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Francesco Bachis

Marina Cafè Noir, tre giorni di anteprime per la XXI edizione

Tre serate di incontri e musica come anteprime della ventunesima edizione del Marina Cafè Noir. A partire da oggi lunedì 2 ottobre (e sino a mercoledì 4), torna a Cagliari l’Accademia popolare, un ciclo di brevi lezioni informali pensate dall’associazione culturale Chourmo insieme a docenti e ricercatori dell’Università di Cagliari.

Una condivisione dei saperi caratterizzata da un approccio divulgativo e aperto a tutti. Appuntamento dove tutto è cominciato, nel quartiere Marina, al Caffè Savoia, a partire dalle 18,30. Si comincia stasera – lunedì 2 ottobre – con un incontro dal titolo Ma si s’avverat cuddu terremotu, un omaggio a Peppino Mereu, poeta socialista, a cura di Duilio Caocci, italianista ed esperto di letteratura sarda. Si prosegue poi con Libertà di antenna, un excursus sulle televisioni private in Sardegna tra gli anni ’70 e ’80 a cura di Myriam Mereu, che per l’ateneo cagliaritano si occupa di cinema, fotografia e televisione come assegnista di ricerca.

Alice Salimbeni, geografa urbana, sarà invece protagonista di E pure salvare il mondo, breve lezione su donne, botanica e colonialismo. In chiusura Procedure dub, l’omaggio al grande Giulio Angioni, antropologo e scrittore, da parte del suo collega e allievo Francesco Bachis. La colonna sonora della serata sarà a cura del pianista Guido Coraddu.

Martedì 3 ottobre si riparte per il Marina Cafè Noir con Mariangela Rapetti, che da storica si occupa di archivistica, per un incontro dal titolo Efisio o della nascita del manicomio, che racconta la nascita del manicomio di Villaclara a Cagliari. Una riflessione sull’emergenza demografica è invece al centro di Spopola-menti, di e con Luisa Salaris, docente di statistica e demografia. Mentre uno sguardo a Oriente è dedicato da Francesca Congiu, storica dell’Asia, per una lezione dal titolo Taiwan ci aspetta – Officina di libertà luogo più pericoloso del mondo?

Il documentario di Anda, Torra e Ghorba

A seguire l’anteprima del documentario Anda, Torra e Ghorba, un lavoro di Raffaele Cattedra e Rosi Giua che racconta alcune storie di vita di sardi che hanno vissuto o vivono in Tunisia. Una storia che è anche quella della famiglia di Dimitri Porcu, dalla Sardegna approdata in Francia dopo una lunga tappa tunisina. Sarà proprio Porcu, con il suo sassofono, ad accompagnare in musica le lezioni di questa seconda serata.

Ultime lezioni mercoledì 4 ottobre, quando Diego Cavallotti, docente di cinema, si occuperà delle opere di Derek Jarman in un incontro dal titolo The last of England. A seguire Gigliola Sulis, italianista dell’Università di Leeds, parlerà di donne e scrittura in Sardegna con Il filo delle janas. E ancora Fiorenzo Iuliano – che insegna letteratura anglo-americana – partirà da una poesia di John Ashbery per parlare di Specchi convessi e mondi possibili. Chiusura affidata a un’altra anteprima, la presentazione della raccolta poetica bilingue Dans la nuit cagliaritaine, dedicata alla nostra città. Partecipano il poeta Thierry Renard, Stefano Giaccone e altri autori che firmano il volume, tra cui Dimitri Porcu, curatore della raccolta.
La firma sui suoni di questa ultima sera è quella di Angus Bit.

La programmazione del 12-13-14 ottobre

Chiuso questo ciclo di anteprime, il Marina Cafè Noir torna giovedì 12, venerdì 13 e sabato 14 ottobre con la sua ventunesima edizione, in programma a Cagliari al Giardino sotto le mura di viale Regina Elena. Tra gli ospiti di quest’anno autori, autrici, musicisti e performer protagonisti della scena italiana e internazionale: Cristina Cassar Scalia, Eduardo Kohn, Katerina Poladjan, Fabio Geda, Guido Catalano, Enrico Brizzi, Annabel Streets, Paola Soriga, Alessio Torino, Casino Royale e molti altri.

«Officine di libertà è il titolo scelto per questa ventunesima edizione – spiegano i soci dell’associazione culturale Chourmo che organizza il festival – e coniuga insieme due parole portatrici di concetti e valori che da sempre sentiamo cari: quello della libertà, intesa nelle sue numerose declinazioni, e quello dell’officina, parola che proviene dalla stessa parola latina da cui provengono le parole “operaio” e “artigiano”, una parola che dà senso al nostro pensare il Festival come luogo del fare, dell’operare con umiltà e costanza».

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