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Consiglio Nazionale Giovani: lavoro, caro affitti e salute psicofisica

I dati elaborati e commentati dal Consiglio Nazionale dei Giovani evidenziano una serie di problematiche legate all’occupazione dei giovani in Italia.

Secondo l’indice di occupazione, solamente il 43,7% dei giovani sotto i 35 anni ha un lavoro, un dato preoccupante se confrontato con la media italiana del 60%. Inoltre, il tasso di disoccupazione tra i giovani raggiunge il 14,4%, che sale addirittura al 25% nel Mezzogiorno, mentre la media italiana è del 8,2%. Un altro aspetto rilevante riguarda i contratti a tempo determinato, che rappresentano il 23,5% tra i giovani sotto i 35 anni, rispetto al 10,7% tra gli adulti sopra i 35 anni. Inoltre, le retribuzioni medie tra i giovani sono pari al 65,7% di quelle degli adulti, con una media annua di 13.570 euro contro i 20.660 euro degli adulti. Anche gli annunci di lavoro censiti riportano una retribuzione media di soli 1.133 euro.

L’imprenditorialità tra i giovani in Italia è ancora molto limitata, rappresentando solo il 7% delle imprese nel paese. Tuttavia, il 16% dei giovani ha avviato una start-up innovativa, dimostrando un certo interesse verso l’autoimprenditorialità. La situazione dei giovani NEET (Not in Education, Employment, or Training) è allarmante, con ben 3 milioni di giovani che nel 2022 non studiano, non lavorano e non seguono percorsi di formazione. Inoltre, il 66% di loro ha cercato un impiego prima di arrendersi, ma solo il 56% sono donne, pari a 1,7 milioni di individui.

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Il sistema scolastico

Il sistema scolastico italiano non è privo di criticità, poiché il 92% dei giovani intervistati ritiene di subire forti pressioni per ottenere buoni voti, il che può portare a difficoltà nella costruzione di un senso di appartenenza emotiva e di motivazione allo studio. Per quanto riguarda il mondo del lavoro, il 60% dei giovani ha vissuto disagi emotivi nel 2022, ma anche problemi fisici sul luogo di lavoro (13%). L’incertezza e l’ansia pesano sulla quotidianità delle nuove generazioni. Durante l’emergenza sanitaria, inoltre, il 43% dei giovani ha ridotto l’attività fisica, con conseguente aumento dei disturbi del comportamento alimentare nel 12% degli intervistati.

La questione dell’accesso a un mutuo per la prima casa è un altro aspetto che preoccupa i giovani italiani. Più del 90% dei giovani tra i 18 e i 35 anni dichiara di non essere interessato o di non avere le condizioni economiche per accedere a un mutuo. I costi delle locazioni sono in continuo aumento, con un incremento del 7% rispetto all’anno precedente e addirittura del 38% rispetto al 2015, quando il valore medio era di soli 9 euro al metro quadrato.

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Questo ha portato a un aumento della percentuale del reddito destinata all’affitto, che supera il 35% per gli studenti fuori sede. In Italia, i giovani in media lasciano la casa di famiglia a 30 anni, rispetto ai 26 anni della media europea. In conclusione, i dati presentati evidenziano una serie di sfide e difficoltà che i giovani italiani affrontano nell’ambito dell’occupazione, dell’accesso a un mutuo per la casa e nel sistema scolastico. È fondamentale mettere in atto politiche e misure efficaci per affrontare queste problematiche e garantire un futuro migliore per le nuove generazioni.

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