Paolo Borzacchiello incanta il Teatro Massimo: tutto esaurito per lo scrittore bresciano che ha fatto tappa a Cagliari il 26 aprile con il suo show Forse sei già felice e non lo sai, prendendo spunto dal titolo del suo ultimo lavoro, il manuale di crescita personale, edito nel novembre 2022 da Mondadori.
Un monologo diviso in tre atti per un’ora e quaranta di spettacolo. Una lectio magistralis sui generis: più vicina al genere stand-up comedy, con una slide per ogni atto, così da evidenziare i concetti chiave.
Lo speech inizia con una lista di difetti che descrive il Paolo bambino:
“Da piccolo ero asmatico, balbuziente, timido, sovrappeso. Uscivo da scuola e venivo bullizzato sistematicamente dai miei compagni. Dicevo sempre a mia madre che da grande avrei voluto fare l’insegnante e lei diceva che non sarebbe mai potuto accadere perché tartagliavo”. Tutti ingredienti per una vita costellata di fallimenti. E invece no, la passione ha preso il sopravvento trasformandosi in una professione: la comunicazione e le sue regole. Infatti da oltre quindici anni lo scrittore si occupa dello studio e divulgazione di ciò che riguarda le interazioni umane e il linguaggio.
Un passaggio obbligato è stato lo studio, la consapevolezza e infine l’esperienza: per Paolo “la conoscenza rende liberi” e questo è il suo motto. Gli esordi sono legati alla programmazione neurolinguistica, PNL (di cui oggi l’autore scardina tutti i paradigmi) con Alfred Korzybski (da cui celebre frase la mappa non è il territorio). Poi l’evoluzione con lo studio delle opere di Noam Chomsky, padre della grammatica generativa. La continua ricerca sulla linguistica cognitiva con le opere del saggista George Lakoff, con frame e implicature.
Oggi Borzacchiello è uno dei massimi esperti di intelligenza linguistica, è autore di podcast e bestseller di successo, consulente, divulgatore e l’ideatore di HCE International.
Ma come si arriva al successo partendo da una condizione cosi complessa?
Siamo tutti vittime di condizionamenti, bias cognitivi, credenze autosabotanti che ci ha trasmesso l’ambiente in cui viviamo, la società, la famiglia. Partire dai propri difetti ironizzando li ridimensiona, li rende meno drammatici e ci insegna ad andare oltre, iniziando proprio da quello che per noi è percepito come un limite.
Lo scrittore ha catturato l’attenzione del pubblico con aneddoti ed esempi che spiegano alcune dinamiche alla base delle nostre azioni. Nessuna legge dell’attrazione, nessun autoconvincimento. Si chiama intelligenza linguistica. Possedere gli strumenti per comunicare in maniera efficace non elimina i problemi ma aiuta a vivere molto meglio.
Tra i vari argomenti trattati la differenza tra uomini e donne: il divario tra i due sessi riguarda le connessioni neuronali e questo comporta altrettante differenze percettive. La buona notizia è che possiamo controllare le parole per non esserne vittime. E continuando a parlare di scienza abbiamo un altro dato scientifico di cui tenere conto per evitare delusioni: non si può essere sempre felici. Qui la chimica gioca un ruolo fondamentale: neurotrasmettitori come la dopamina (regola il piacere) e ormoni come il cortisolo (detto ormone dello stress) sono gli indicatori dei nostri stati emotivi.
Adottare le cosiddette strategie comportamentali significa conoscere le regole del gioco. L’uso corretto del linguaggio e il modo in cui funziona il cervello aiuta a vivere meglio, non risolve i problemi ma semplifica la vita. In un’epoca in cui guru, esperti di crescita personale, ti insegnano a essere sempre felice, è anche il momento storico che registra il maggior numero di persone infelici.
Quindi dove abbiamo sbagliato? Cosa non va?
Smontare i paradigmi come la frase volere è potere è diventato necessario per costruire una narrazione che non sia solo una vita da manuale, ma scienza applicata alla vita di tutti i giorni. La sfida del formatore oggi è quella di portare le persone ad avvicinarsi alla crescita personale parlandone per mezzo di uno spettacolo. L’obiettivo? Sconvolgere le menti e scardinare convinzioni limitanti.
Lo scrittore ha chiuso il sipario coinvolgendo ancora una volta il pubblico in un selfie collettivo e la canzone in sottofondo Paradise City del gruppo hard rock statunitense Guns N’ Roses.
Per non perdere i nostri aggiornamenti seguici su Unica Radio.