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Natale: a rischio 1,2 miliardi senza i brindisi

Natale: a rischio 1,2 miliardi senza i brindisi

Il Natale e il Capodanno senza brindisi costano 1,2 miliardi di euro, che sono stati spesi lo scorso anno dagli italiani, solo per imbandire con vini e spumanti le tradizionali maxi tavolate delle feste di fine anno.

Il settore del vino e degli spumanti è quello più colpito a tavola dalle limitazioni dei festeggiamenti. Gli italiani dovranno dire addio a pranzi e cenoni da 9 persone che hanno segnato il Natale ed il Capodanno nel 2019, secondo l’indagine Coldiretti.

Le feste di fine anno fanno registrare tradizionalmente il massimo di domanda di spumanti e vino italiani. A pesare nel 2020 sono soprattutto il divieto alle feste private e ai tradizionali veglioni. In aggiunta ai limiti posti, agli spostamenti, dal coprifuoco e l’invito a non ricevere in casa persone non conviventi. Il risultato è un taglio netto dei consumi rispetto ai circa 74 milioni di tappi di spumante stappati solo in Italia per le feste di fine anno nel 2019.

Le previsioni sull’andamento del contagio – precisa la Coldiretti – preoccupano anche per i divieti posti alla gran parte degli eventi tradizionali. Eventi che segnano la fine dell’anno a partire da sagre, feste paesane e mercatini natalizi che sono momenti importanti per l’acquisto di regali enogastronomici, come vino, liquori e spumanti.

Senza dimenticare l’impatto negativo della mancanza di turisti italiani e stranieri. Molti Paesi, a partire dalla Germania hanno già messo l’Italia nella black list delle zone più pericolose. Un danno pesantissimo considerato che quasi 1/3 della spesa turistica nel Belpaese è destinata proprio all’enogastronomia.

Il rischio del crollo delle spese

Il crollo delle spese di Natale e di fine anno a tavola e sotto l’albero rischia così di dare il colpo di grazia ai consumi di vino degli italiani. Quattro cantine italiane su dieci registrano un deciso calo dell’attività, con un pericoloso allarme liquidità che mette a rischio il futuro del vino italiano. Da ciò nascono opportunità di occupazione per 1,3 milioni di persone, dalla vigna al bicchiere, secondo l’indagine Coldiretti.

Ad essere danneggiata è soprattutto la vendita di vini di alta qualità che trova un mercato privilegiato di sbocco in bar, alberghi e ristoranti. Nel 2020 il vino italiano di qualità perde oltre il 40% delle vendite su questo canale di consumo. Un colpo pesante che si aggiunge a quello derivante da blocchi o limitazioni di altre attività che sono direttamente o indirettamente connesse al consumo di vino.

About Andrea Ennas

Sono un giovane ventenne appassionato di sport, musica e cinema.

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