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Solo Goldberg Variations: le fragilità messe a nudo nella danza

Al Teatro Eliseo lo spettacolo Solo Goldberg Variations di Virgilio Sieni e Andrea Rebaudengo

Il 24 maggio Nuoro ospiterà Solo Goldberg Variations. Tale performance è il manifesto dell’arte coreografica di Virgilio Sieni. Spettacolo emblema delle sue ricerche sul corpo e sui linguaggi della danza e dell’arte, oltrepassa approdi formali e codificazioni. Giocando su variazioni e citazioni che vanno dalle tecniche della danza al cinema, passa per la storia dell’arte alla cultura popolare. Le Variazioni Goldberg di Johann Sebastian Bach definiscono una metrica e un’architettura immateriale in cui la danza si iscrive in un continuo ripensamento del corpo. Un corpo che si articola a partire da un percorso di figure tratte dalla storia dell’arte italiana tra il ‘300 e il ‘600. Un viaggio gestuale che trasmigra da una figura all’altra, attraverso risonanze e svelamenti.
Il corpo assimila le immagini del passato e diviene la soglia attraverso la quale riflettere sul futuro. Non c’è un percorso lineare, ma uno sbalzare da una parte all’altra del corpo e dello spazio.

Un manifesto impresso nei movimenti del corpo

Le Variations costituiscono un lavoro fondato sul riconoscimento e il rinnovamento della relazione tra improvvisazione e variazione, tra gesti e posture pittoriche, adombramenti e chiarori di luce. Certo, improvviso. Mi lascio cogliere da un continuo stupore, un divenire impercettibile dell’esserci. Sieni “sbrandella” con rigore il corpo e con fatica e dolore, così come con leggerezza e voglia di attraversamento. Riflette poi sul senso di scomparsa: muoversi per sparire, divenire altro, far pesare il corpo per lasciare solo orme e tracce. Le Variazioni Goldberg non sono un invito alla danza, ma un atto di riflessione dove niente appare se non un corpo “spellato”. Ecco che questo lavoro diviene ogni volta un atlante di percorso, un atto sulle debolezze, sulle imperfezioni. Mette a nudo le fragilità, qualcosa che vuol trapassare il corpo per donarsi alla figura, inoltrarsi nelle pieghe e nell’archeologia delle vertebre. Qualcosa che rende il corpo pagliaccio tragicomico dell’oggi.

About Damiano Zoppi

Studente laureando in Beni Culturali e Spettacolo. Frequento assiduamente corsi di teatro e workshop. Mi occupo di cinema, specialmente di film con studio approfondito del personaggio, di teatro contemporaneo, di musica, e nel tempo libero realizzo doppiaggi e cover a livello amatoriale.

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