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“Una Tazza di Mare in Tempesta” e “Eclipse” al Massimo di Cagliari

Una Tazza di Mare in Tempesta dal “Moby Dick” di Herman Melville. Un viaggio in mare di Roberto Abbiati, in compagnia di Johannes Schlosser musiche originali Fabio Besana da mercoledì 20 settembre fino a sabato 30 settembre al Teatro Massimo di Cagliari.

Compagnie Bellazar Éclipse di e con Basile Narcy musiche originali Guilhem Fontes venerdì 22 e sabato 23 settembre – ore 20.30 e domenica 24 settembre – ore 19 Teatro Massimo di Cagliari. “Una Tazza di Mare in Tempesta” di e con Roberto Abbiati in scena con Johannes Schlosser (dal 20 al 30 settembre) e “Éclipse” di e con Basile Narcy (dal 22 al 24 settembre) per un’anticipazione della Stagione de La Grande Prosa e Danza 2023-2024 firmata CeDAC Sardegna al Teatro Massimo di Cagliari

Il fascino e i pericoli di una caccia alla Balena Bianca e la magia del nouveau cirque al Teatro Massimo di Cagliari per il duplice appuntamento con “Una Tazza di Mare in Tempesta”, un “viaggio in mare” di e con Roberto Abbiati in compagnia di Johannes Schlosser, dal “Moby Dick” di Herman Melville, per una inedita e coinvolgente versione del celebre romanzo, impreziosita dalle musiche originali di Fabio Besana (produzione Teatro de Gli Incamminati) in cartellone da mercoledì 20 settembre fino a sabato 30 settembre.

“Éclipse”, uno spettacolo di e con Basile Narcy (produzione Compagnie Bellazar, in coproduzione con La Halle Aux Grains / Scène Nationale de Blois), che rappresenta un poetico e immaginifico “inno alla fuga” incentrato sulle avventure di Monsieur N. in scena venerdì 22 e sabato 23 settembre alle 20.30 e domenica 24 settembre alle 19 sotto le insegne del CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna.

“Una Tazza di Mare in Tempesta” rievoca la straordinaria epopea dell’equipaggio e degli ufficiali a bordo del “Pequod”, agli ordini del capitano Achab, sulla falsariga del capolavoro di Melville – per un pubblico di grandi e piccini – mescolando differenti registri e stili, dalla recitazione alla narrazione, al teatro di figura, per far apparire i personaggi fondamentali di una vicenda emblematica e ricca di suggestioni, ispirata alle cronache dell’epoca, ma densa di rimandi e excursus filosofici, scientifici e letterari, dalla Bibbia alle opere di William Shakespeare.

La pièce condensa in meno di venti minuti la materia incandescente del romanzo, incentrato sull’eterno conflitto tra il Bene e il Male, trasfigurandola attraverso i linguaggi della scena e offrendo differenti livelli di lettura, dalla pura e semplice, per quanto avvincente, ricostruzione degli eventi agli spunti di riflessione sugli stati d’animo, i pensieri, le azioni, i sogni e le ambizioni, i desideri e le scelte, spesso ardue e difficili, degli uomini impegnati in un’impresa (quasi) disperata dettata dall’ossessione di Achab, dal suo desiderio di vendetta che conduce all’ultima, fatale sfida.

Il testo tra le righe di Moby Dick 

Tra le righe di “Moby Dick”, pubblicato nel 1851 in due differenti edizioni, quella londinese, uscita in ottobre per i tipi della Bentley con il titolo “The Whale” (“La Balena”) con varie modifiche apportate dall’autore e dall’editore per emendare il testo dei passaggi che avrebbero potuto apparire blasfemi o osceni come delle note satiriche sulla Corona Britannica e quella americana uscita in novembre a New York, presso Harper & Brothers, con il titolo definitivo “Moby-Dick, or The Whale” (“Moby Dick, ovvero la balena”) pur con varie imprecisioni e refusi, affiorano questioni cruciali come il dilemma dell’ignoto e la tensione verso l’assoluto.

Tra timori e speranze, ansia di riscatto, segrete inquietudini e superstizioni, emergono anche la curiosità e la sete di conoscenza, oltre allo stupore davanti alle meraviglie del cosmo e alla bellezza e la potenza della natura, distruttrice e salvifica, inserita in un più ampio disegno: il romanzo, dedicato all’amico Nathaniel Hawthorne, diventa così un’allegoria della condizione umana, della fragilità e delle contraddizioni di un essere in balia delle proprie passioni, ma anche della determinazione, del coraggio, perfino della temerarietà dei marinai che si accingono ad affrontare il mostro scaturito dagli abissi.

Il romanzo non fu compreso né apprezzato dai contemporanei, con poche eccezioni tra cui Hawthorne, e l’insuccesso di pubblico e critica pose fine alla carriera letteraria di Herman Melville: la riscoperta del valore e dell’importanza di “Moby Dick”, ormai riconosciuto come uno dei capolavori della letteratura modiale, a partire dagli Anni Venti del Novecento si deve, tra gli altri, a scrittori come D. H. Lawrence e Carl Van Doren e al sociologo Lewis Mumford.

La traduzione del testo

La prima traduzione italiana è del 1930, a cura di Cesare Pavese, ma la prima edizione, pubblicata da Carlo Frassinelli, è del 1932, nella collana Biblioteca Europea diretta da Franco Antonicelli; a seguire una nuova traduzione di Cesarina Minoli per UTET nel 1958, poi ripresa nel 1986 dagli Oscar Mondadori. Nel 2010 Giuseppe Natali ha curato per UTET una traduzione basata sulla Longman Critical Edition di John Bryant e Haskell Springer, che mette a confronto le due edizioni del 1851 e infine nel 2015 è stata pubblicata la traduzione di Ottavio Fatica per Einaudi.

Il protagonista, Ismaele descrive così quella particolare condizione del suo spirito, che lo induce a imbarcarsi su una nave: «Ogni volta che mi accorgo di atteggiare le labbra al torvo, ogni volta che. nell’anima scende come un novembre umido e piovigginoso, ogni volta che il malumore si fa tanto forte in me… allora dico che è tempo di mettermi in mare al più presto, questo è il mio surrogato della pistola e della pallottola». Il romanzo è in un certo senso il diario di una traversata degli oceani all’inseguimento della fantomatica e famigerata Balena Bianca, il capodoglio che sembra dotato di una sorta di malizia e di una certa dose di crudeltà nel prendersi gioco e poi nell’infierire sui vascelli che gli danno la caccia, cui corrisponde la ferocia dell’inflessibile Achab, impegnato con quell’apparentemente invincibile e imprendibile avversario in un duello mortale.

In cartellone al Teatro Massimo di Cagliari

“Una Tazza di Mare in Tempesta” in cartellone al Teatro Massimo di Cagliari dal 20 al 30 settembre (con i seguenti orari: mercoledì 20 e giovedì 21 settembre due repliche alle 17.30 e alle 18.30, venerdì 22 e sabato 23 settembre alle 18.30 e alle 19.30 e domenica 24 settembre alle 17.15 e alle 18.15, e ancora tutti i giorni da martedì 26 a sabato 30 settembre due repliche alle 17.30 e alle 18.30) racchiude l’essenza del romanzo, le atmosfere e le storie, perfino il rumore del mare: nella stiva di una nave dove gli oggetti si animano e risuonano racconti e canti, in una dimensione quasi onirica o nel tempo sospeso della memoria, compaiono i personaggi del romanzo in tutta la loro umanità, con i loro caratteri e le loro stravaganze.

In un sogno a occhi aperti, attraverso la magia del teatro, si viaggia attraverso le pagine di “Moby Dick” in una forma di teatro esperienziale e multisensoriale, con l’illusione di trovarsi davvero per mare, alla mercé delle correnti , tra la quiete della bonaccia e la violenza delle tempeste, come naufraghi della vita, ma pure con la rassicurante certezza di poter alla fine ritrovarsi al sicuro sulla terraferma, serbando il ricordo di un’avventura.

Lo spettacolo

S’intitola “Éclipse” l’incantevole spettacolo di e con Basile Narcy – in scena venerdì 22 e sabato 23 settembre alle 20.30 e domenica 24 settembre alle 19 al Teatro Massimo di Cagliari – che trasforma la tranquilla routine delle interminabili giornate di lavoro in un ufficio in un fantastico e poetico viaggio alla ricerca di sé, tra acrobazie e giocoleria, numeri di magia e giochi di luci e ombre, nel tentativo di comprendere il significato profondo dell’esistenza. Una pièce pensata per un pubblico di tutte le età (a partire dagli otto anni), un delicato e intrigante racconto senza parole in cui pensieri e stati d’animo, desideri e emozioni prendono forma sul palco grazie all’interpretazione raffinata e alla capacità mimica dell’artista, mentre intorno a lui lo spazio idealmente “neutro” continuamente muta, diventando un luogo dell’immaginario.

“Éclipse” è una produzione della Compagnie Bellazar in coproduzione con La Halle Aux Grains / Scène Nationale de Blois e con Abbaye de Noirlac / Centre Culturel de Rencontre, con il sostegno de la D.R.A.C. e della Région Centre-Val de Loire e con il contributo del Ministero della Cultura francese (nell’ambito del Plan de Relance). Una creazione di Basile Narcy, con musiche originali di Guilhem Fontes (con la partecipazione di Vladimir Tserabun, Boris Vassalucci, Thomas Bourgeois e Baltazar Montanaro), con drammaturgia di Sophie Guibard, creazione e disegno luci / generale di Amélie Verjat, creazione del suono di Tom D’Herin, ideazione design / pittura ruota di Pauline Guerrier, ideazione costumi di Clarisse Baudinière, progettazione del movimento a cura di Sonia Lange, supporto per gli effetti magici di Allan Sartorie, scenografie di Basile Narcy e costruzione delle decorazioni di Azad Pétré, con regia scenica di Franck Le Saint.

La sinossi

Il protagonista, Monsieur N. è impiegato presso la società La Page Blanche e davanti a lui, sulla scrivania, ogni mattina ritrova una pila di fogli bianchi, ma nell’accingersi a riempirli diligentemente non può impedire alla sua mente di avventurarsi lungo sentieri sconosciuti, per esplorare altri universi: «ogni minimo gesto lo porta a infrangere la regola», a evadere dalla stanza, oltre le pareti che lo circondano, perché «il piacere di inventare è per lui irresistibile»… Niente è come sembra, in questa favola surreale in cui l’incertezza che ciascuno prova davanti a una pagina bianca si traduce nelle infinite variabili e nelle molteplici possibilità offerte dal futuro, dal mistero che si cela dietro una porta chiusa, o magari dentro un cassetto oppure in un armadio, in una storia tutta da scrivere attraverso la cifra visionaria del circo contemporaneo.

«Mr N. spinge quindi costantemente i limiti di questo spazio in cui si è imprigionato» – si legge nella presentazione –. «Trasforma il bianco in nero, il nero in bianco, la pagina bianca in una miriade di mondi sconosciuti… E quando finalmente sta per mettersi al lavoro, la sua fantasia lo raggiunge…».
“Éclipse” rimanda all’idea di un «evento raro che mostra l’incontro e poi l’unione di due opposti, di due estranei» – sottolinea Basile Narcy –, «l’eclissi funge qui da metafora e permette la ricerca di un equilibrio… nell’aspirazione ultima ad essere pienamente, totalmente, solo te stesso. Porto lo spettatore, cullato in un universo poetico, ad abbracciare queste domande: “Cosa ti impedisce di essere te stesso?”; “Vivi la tua vita in piena consapevolezza piuttosto che subirla?” e “Cosa sono veramente io in me?”. Tra il lato chiaro e il lato oscuro, chi sarà croce, chi sarà testa? Durante questa eclissi, il sogno viene formulato: il lato oscuro della luna appare allo spettatore».

Lo spettacolo Éclipse

“Éclipse” è uno spettacolo multidisciplinare che mescola teatro di figura, danza, mimo e arti circensi, video mapping e pittura su tela, tra performances acrobatiche, effetti speciali e numeri d’illusionismo, con una rigorosa partitura gestuale e una drammaturgia originale che ispira una scrittura scenica fondata su una sequenza precisa di “azioni”, elaborata su una evocativa colonna sonora che alterna partiture musicali e “rumori”. Il personaggio si caratterizza e si esprime attraverso il movimento, il gesto, il ritmo: viso e corpo diventano “strumenti” di una grammatica teatrale che si arricchisce di elementi della “nuova magia”, insieme con l’uso della ruota cyr, oltre alla giocoleria e alla manipolazione degli oggetti come la scopa o l’esplorazione di altri materiali inconsueti, per suscitare la meraviglia.

«È questo movimento inventato che esploro con “Éclipse”, partendo dalla certezza che la magia può nascere dal nulla, da una pagina bianca» – spiega l’autore e interprete Basile Narcy –. «Vorrei proporre un inno alla fuga, intesa non come fuga, ma come diversivo o appropriazione della realtà. Il mio personaggio va alla ricerca di se stesso navigando tra l’ombra e la luce, cercando l’una nell’altra. Con lui ci si chiede quale altra fantasia possa finalmente nascere da questo andirivieni tra luce e buio».

Il protagonista

Dopo essersi formato in prestigiose scuole nazionali, Accademia Fratellini, Scuola Nazionale di Châtellerault, Circo Cirkor di Stoccolma, Scuola Nazionale di Circo di Mosca, Basile Narcy crea numeri per il Cirque Monti (Svizzera) che presenta in Europa e Russia.

Nel 2006 ha co-fondato la Cie AKOREACRO che ha presentato il suo primo spettacolo “So Circus”. “Pfffffff” è stato creato nel 2009 e ha girato per più di quattro anni. Un successo confermato con “Klaxon”, creato nel 2013. Questi due spettacoli sono stati eseguiti in Francia e in tutta Europa (Belgio, Austria, Germania, Spagna, Svizzera, Repubblica Ceca, Ungheria, Portogallo, Regno Unito) oltre che in Quebec e in Argentina.

La loro ultima creazione “Dans ton coeur”, presentata in anteprima nell’estate del 2018 allo Zomer Festival di Anversa, è stata in tournée in Francia e in Europa.
Nel 2023, Basile Narcy ha fondato Compagnie Karaque per sviluppare la sua carriera da solista.

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