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Teatro Actores Alidos a Cagliari il Teatro delle Meraviglie

Teatro Actores Alidos, a Cagliari il Teatro delle Meraviglie

Teatro Actores Alidos: al via domenica 8 gennaio alle 18 a Cagliari la XX edizione del Teatro delle Meraviglie.

Viaggio nel regno della fantasia, tra antiche e moderne fiabe e poetici racconti senza parole, con “Il Teatro delle Meraviglie”. La raffinata e coinvolgente rassegna dedicata ai giovanissimi e alle famiglie organizzata dal Teatro Actores Alidos con la direzione artistica di Gianfranco Angei. Giunta alla ventesima edizione, in programma dall’8 gennaio al 26 febbraio con un ricco cartellone al Teatro Intrepidi Monelli di Cagliari.

Riflettori puntati su artisti e compagnie dell’Isola, per una vetrina delle più interessanti produzioni a misura di bambine e bambini. In scena otto spettacoli per volare sulle ali dell’immaginazione, seguendo il filo delle storie, tra parole suoni e visioni, per riscoprire il gusto dello stupore e lasciarsi conquistare dalla magia del teatro.

Il Teatro delle Meraviglie” ritorna nel capoluogo, dopo il successo della scorsa edizione (che ha visto il “sold out” per tutti gli spettacoli). Con una rosa di titoli intriganti e avvincenti, per riflettere su temi fondamentali e attuali come la tutela e il rispetto dell’ambiente e il rapporto tra uomo e natura, il pericolo degli incendi e la rinascita del bosco, i danni dell’inquinamento e l’arte del riciclo ma anche l’importanza di non farsi ingannare dalle apparenze, le disuguaglianze e le ingiustizie, la misurazione del tempo, il trionfo dell’intelligenza e della bontà, la crescita individuale e la libertà di sognare.

Il Cartellone: si incomincia con “Tic Tac Tac Tic”

Il sipario si apre, domenica 8 gennaio alle 18, su “Tic Tac Tac Tic” del Teatro Actores Alidos, con drammaturgia e regia di Roberta Locci e Valeria Pilia (spettacolo finalista al “Premio N Uovo Teatro” 2021). Una pièce originale, interpretata da Michela Atzeni, Michela Cogotti Valera, Roberta Locci e Valeria Parisi, sulla possibilità di fermare il tempo e reinventare il ritmo dell’esistenza. Una favola moderna, quasi un sogno ad occhi aperti, in cui un Omino governa il gigantesco orologio, con i due guardiani Molla e Martello, finché una Bambina, trascurata dalla madre, troppo impegnata per restare con lei, stacca le lancette.

Il mondo in bianco e nero si riempie di nuovi colori, l’inesorabile ticchettio si arresta e sembra impossibile far ripartire il grande meccanismo… con il rischio che si generi il caos; ma forse esiste un modo per rimettere tutto in ordine, senza rinunciare all’allegria: affidarsi all’amore e alla fantasia… con un finale a sorpresa tutto da scoprire.

“Tic Tac Tac Tic” rievoca la dimensione “sospesa” della pandemia, quando «in qualche modo abbiamo posticipato l’idea di futuro obbligati a vivere il presente, facendo i conti con il tempo della nostra interiorità, quello delle emozioni e dei bisogni più profondi, troppo spesso storditi da un quotidiano che tende ad andare sempre troppo veloce». Una favola poetica per riscoprire nella dimensione del quotidiano, oltre il ritmo frenetico della vita moderna, l’importanza dei “simboli dell’anima”.

Buon Viaggio

La magia di un racconto senza parole – domenica 15 gennaio alle 18 – con “Buon Viaggio”, incantevole e fortunato spettacolo del Teatro Actores Alidos, con Michela Cogotti Valera, Alessandra Leo e Roberta Locci per la regia di Valeria Pilia: in scena tre misteriosi personaggi, quasi beckettiani, in procinto di partire per una qualche destinazione. Tra infiniti preparativi e mille imprevisti i tre buffi omini, quasi tre clowns «si trovano loro malgrado a rincorrersi nell’assurdo, a viaggiare tra il grottesco e il surreale, in bilico tra realtà e fantasia: seguono desideri, acchiappano sogni, inciampano sul quotidiano…».

Una drammaturgia fondata sulle azioni e sulle emozioni, sulla capacità delle interpreti di esprimere attraverso la mimica gli stati d’animo e i pensieri, in un crescendo tragicomico in cui i personaggi riempiono e svuotano, trasportano, aprono e chiudono i loro bagagli in attesa che inizi l’agognato viaggio. Tutto prende il via da una valigia abbandonata: cosa contiene? Di tutto e di più… e tanto basta per far nascere incredibili situazioni che s’intrecciano tra loro, in una dimensione onirica», per una incantevole e immaginifica narrazione per quadri capace di far sorridere e pensare. «“Buon Viaggio” è uno spettacolo tenero, ironico, divertente ed emozionante che arriva dritto al cuore di grandi piccini…» – si legge nelle note di presentazione –: «è un sogno ad occhi aperti su alcuni momenti del vivere quotidiano».

E se i Topolini scoprissero i tombini?

Si ispira a un celebre monologo di Stefano Benni, “E se i Topolini scoprissero i tombini?” di Abaco Teatro – in cartellone domenica 22 gennaio alle 18 – per una visione “dal basso” della realtà e del rapporto tra uomini e animali nelle moderne metropoli: sulla falsariga de “La Topastra”, la pièce divertente e coinvolgente con drammaturgia e regia di Marta Proietti Orzella, anche protagonista sulla scena, affronta in chiave ironica e surreale le conseguenze dell’accumulo di rifiuti e dell’inquinamento.

Una singolare “eroina” con tanto di pelliccia, baffetti e coda d’ordinanza, una verace abitante dell’underground, porta avanti l’idea di una rivoluzione in primis culturale: la simpatica topolina emersa dal sottosuolo rivendica i suoi diritti e quelli della sua specie, smentendo pregiudizi e luoghi comuni e stigmatizzando i comportamenti irresponsabili del genere umano. In effetti l’opinione generale sui topi non è proprio lusinghiera: «animali che rosicchiano tutto, sporchi, portatori di malattie», sono considerati creature pericolose, da temere e tenere alla larga, fino a suggerirne lo «sterminio indiscriminato». La protagonista afferma l’opposto: «sono gli umani che scaricano nei tubi delle loro case sporchi liquami pieni di schiuma e sostanze tossiche che scorrono poi nelle fogne dove lei vive, assieme alla sua famiglia e i suoi compaesani, facendoli così ammalare». Una favola ecologica per ripensare il rapporto tra uomo e natura, in campagna e in città.

Il Gatto dagli stivali

Una fiaba in scena – domenica 29 gennaio alle 18 – con “Il Gatto dagli stivali” del Teatro d’Inverno, con adattamento e regia di Giuseppe Ligios, ispirato alla fortunata versione di Charles Perrault della novella popolare sull’astuto felino: sotto i riflettori Antonello Foddis, Fabio Caragliu e lo stesso Giuseppe Ligios interpretano la storia favolosa del figlio del mugnaio e del suo micio parlante, approdati alla corte del re. La trama è nota: il giovane, che ha ricevuto come unica eredità un gatto, mentre medita sconsolato sul suo futuro scopre che l’animale è dotato di straordinarie qualità e potrà, a suo dire, fare la sua fortuna.

Tra espedienti ingegnosi e fantasiose bugie, inizia la fulminea ascesa sociale del sedicente Marchese di Carabas: trasformatosi da nullatenente, senza arte né parte, in ricco nobiluomo, proprietario di terre e castelli, il figlio del mugnaio arriva a sperare di sposare la principessa. Quasi una variante al maschile della storia di Cenerentola, ma nella rilettura di Giuseppe Ligios si inseriscono alcune note di attualità: «mentre nella versione originale sono sufficienti bella presenza e vestiti eleganti perché un padre conceda, fin troppo facilmente, la mano della propria figlia ad un perfetto sconosciuto, in questa trasposizione si fa a meno di principesse per lasciare spazio ad una trama avventurosa e a un Re che si finge sciocco per mettere alla prova l’onestà del suo giovane suddito e del suo Gatto»… con finale a sorpresa.

Il bosco di carta

Viaggio in una Sardegna incantata – domenica 5 febbraio alle 18 – con “Il bosco di carta”, una produzione del Teatro Instabile e di Teatrop, con testo e regia di Aldo Sicurella, scenografia di Piero Bonaccurso e musiche di Cristina Creco: Noà Giobbe e Marianna Pinna prestano volto e voce ai personaggi di una moderna favola ecologica ispirata agli incendi del Montiferru. Un turista, Samuele, partendo dalle spiagge del Sinis, zaino in spalla, decide di avventurarsi sul massiccio vulcanico nel cuore dell’Isola, dove sono ancora visibili i segni del fuoco: giunto presso un ovile, il giovane incontra un vecchio pastore, Tziu Antoni, che oltre a curare il gregge «passa le giornate nei boschi a raccogliere la spazzatura lasciata dagli uomini incivili, e a far buchi per terra per seminare ghiande».

In realtà dietro le sembianze di quell’uomo anziano e saggio si cela «Wolik, il folletto dal nome buffo e bizzarro, venuto apposta dal nord del mondo per salvare i nostri boschi, che insegnerà a Samuele e a tutti noi a conoscere e prendersi cura della natura e di tutti gli animali». Il protagonista imparerà a (ri)conoscere piante e cespugli, apprenderà il linguaggio degli animali e ascolterà i loro racconti, fino a diventare ilRe del Bosco: «solo lui, uomo del mondo e Re, potrà salvare la natura dall’inciviltà di tutti quelli che continuano a sporcare i boschi e, peggio ancora a dargli fuoco… e svelerà a tutti i bambini i segreti del vivere in armonia con la natura».

Uffa!

La magia del teatro tra polvere di stelle e intriganti giochi di luci e ombre – domenica 12 febbraio alle 18 – con “Uffa!” de L’Effimero Meraviglioso, uno spettacolo scritto e diretto da Francesco Cappai e Leonardo Tomasi e interpretato da Noemi Medas, Federico Giaime Nonnis e Alessandro Redegoso, in cui due inservienti svogliati scoprono il fascino del palcoscenico, dove la finzione diventa realtà. Incaricati di rimettere ordine tra oggetti e costumi, e pezzi di scenografie, i due operai «passano il tempo fra lamentele e sbuffi, senza notare che intorno a loro il teatro inizia a prendere vita: una figura eccentrica e colorata spunta da un vecchio baule, è un antico impresario, richiamato dalla presenza del pubblico, che cerca di spolverare le antiche glorie dei suoi spettacoli dimenticati».

Ignari della sua presenza, i due continuano a “lavorare”, mentre questo stravagante personaggio, riaffiorato dal passato, ricrea effetti illusionistici, scenari sfarzosi, balletti e canzoni, ma gli inservienti sembrano invulnerabili allo stupore, finché egli non prova a coinvolgerli direttamente, rendendoli protagonisti… «Ispirato dai lunghi pomeriggi ad osservare un soffitto, dalla curiosità di aprire un cassetto e tastare il fondo, dall’entrare in un armadio per spuntare in un luogo incantato» – sottolineano i due autori e registi – «“Uffa!” utilizza la noia come elemento necessario per la creatività, un motore inesauribile per i viaggi nella fantasia».

Il Pianeta Fai Da Te

L’arte del riciclo diventa gioco – domenica 19 febbraio alle 18 – con “Il Pianeta Fai Da Te” del Bocheteatro, scritto da Monica Corimbi, anche protagonista sulla scena con Monica Farina, e Giovanni Carroni (che firma la regia): uno spettacolo su misura per bambine e bambini per spiegare i rischi dell’inquinamento e insegnare le tecniche della raccolta differenziata. “Il Pianeta Fai Da Te”, impreziosito dalle musiche originali di Stefano Ferrari, con pupazzi e animazione a cura di Monica Corimbi e Grazia Umana, affronta un tema importante e attuale come la tutela dell’ambiente in chiave ludica, interrogandosi sui molteplici significati della parola “rifiuto”, come negazione o divieto ovvero come simbolo di emarginazione, o come elemento sfruttato e inutile, ma anche sull’esempio dell’archeologia «come indizio di una storia da decifrare e ricostruire».

Tra mucchi di rifiuti, in uno scenario post-apocalittico e quasi beckettiano, spicca un’astronave, con due strani personaggi che proveranno a far capire «l’importanza di vivere in un modo pulito». Filastrocche e canzoni per una “lezione” interessante e coinvolgente sul rispetto della natura: “Il Pianeta Fai Da Te” offre ultimi spunti di riflessione sulle possibilità del riuso, sulla riduzione degli sprechi e sulla raccolta differenziata, stimolando la creatività dei piccoli spettatori chiamati a inventare forme e modi per restituire una nuova vita ai “rifiuti”… che possono diventare anche “oggetti di scena”.

Baracca & Burattori – con Pinocchio

Finale con brio – domenica 26 febbraio alle 18 – con “Baracca & Burattori – con Pinocchio” del Teatro Tragodia, con testo, regia e scenografia di Virginia Garau, costumi e oggetti a cura di Caterina Peddis e realizzazione scene di Giuseppe Onnis: sotto i riflettori Daniela Melis, Ulisse Sebis e Virginia Garau per un’inedita versione del teatro dei burattini. Non teste di legno o di cartapesta, “animate” da invisibili burattinai, ma attori e attrici in carne e ossa che agiscono e recitano, apparendo sul boccascena della tradizionale “baracca”… che invece di restare fissa, “cammina”. La pièce si ispira alle avventure di Pinocchio raccontate da Carlo Collodi, in particolare «l’incontro con il Gatto e la Volpe e il viaggio che lo porterà a diventare da marionetta a un vero bambino».

Tra i personaggi non potevano mancare il Grillo Parlante, la Fata Turchina e Lucignolo, oltre a “un possente e spassosissimo pescecane”, in uno spettacolo coinvolgente e ricco di colpi di scena, con divertentissime gags. «La morale della favola è che non è una favola» – spiega la regista Virginia Garau: la storia di Pinocchio insegna che «nella vita bisogna sempre essere buoni figli. Non basta essere buoni. E non basta essere figli. Bisogna scegliere un padre e seguire quello che dice per essere degni di diventare uomini, o per sempre saremo a metà: marionette senza fili, ma pur sempre marionette». Un racconto di formazione, su temi fondamentali come il percorso di crescita individuale e il rispetto verso gli altri.

About Samuel Pes

Appassionato di storia e di geopolitica, di lettura e di cinema. Il più grande desiderio? Diventare giornalista freelance.

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