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Il fascino del Castello di Acquafredda: tesoro medioevale a Siliqua

Scopri la storia e le leggende dietro le mura della maestosa fortezza sul cono vulcanico di Acquafredda.

Il Castello di Acquafredda, una maestosa fortezza medioevale situata su un imponente cono vulcanico alto circa 256 metri, è un simbolo di potenza e controllo nella storia della regione. Costruito nel XIII secolo per presidiare l’accesso alla città mineraria di Villa di Chiesa, oggi nota come Iglesias, questo imponente complesso difensivo ha svolto un ruolo cruciale nel panorama politico e militare dell’epoca.

Imponente nella sua organizzazione e strategico nella sua disposizione, il castello si erge su tre livelli difensivi distinti: il Borgo, la Torre Cisterna e il Mastio. Il primo livello, con il suo ingresso a gomito e una massiccia porta in legno, rappresentava un ostacolo insormontabile per i potenziali aggressori. Le mura erano difese da balestrieri e arcieri, mentre l’ingegnoso design della struttura rendeva impossibile l’abbattimento del portone con l’utilizzo dell’ariete, grazie alla mancanza di spazio per la rincorsa e alla pendenza del percorso.

La figura leggendaria del Conte Ugolino

Una figura leggendaria legata alla storia del castello è Ugolino Della Gherardesca, il celebre conte pisano immortalato da Dante Alighieri nella Divina Commedia. La sua tragica vicenda, intrisa di tradimento e tragedia, ha reso il castello di Acquafredda ancora più ricco di fascino e mistero.

La bocca sollevò dal fiero pasto
quel peccator, forbendola a’capelli
del capo ch’elli avea di retro guasto.
Poi cominciò: «Tu vuo’ ch’io rinovelli
disperato dolor che ‘l cor mi preme
già pur pensando, pria ch’io ne favelli.
Ma se le mie parole esser dien seme
che frutti infamia al traditor ch’i’ rodo,
parlare e lagrimar vedrai insieme.
Io non so chi tu se’ né per che modo
venuto se’ qua giù; ma fiorentino
mi sembri veramente quand’io t’odo.
Tu dei saper ch’i’ fui conte Ugolino,
e questi è l’arcivescovo Ruggieri:
or ti dirò perché i son tal vicino.

Divina Commedia, Dante Alighieri – Inferno Canto XXXIII

Il secondo livello difensivo, la Torre Cisterna, situata a circa 200 metri di altezza, fungeva da importante punto di approvvigionamento d’acqua per l’intero borgo. Le tre cisterne intercomunicanti garantivano una riserva consistente, fondamentale per la sopravvivenza e l’autosufficienza della comunità.

Il Mastio, la parte più alta della fortezza, ospitava il castellano e la sua corte. Questa struttura a “U” era dotata di due piani elevati e un piano sotterraneo adibito a cisterna. Dalla sua terrazza panoramica, i soldati potevano sorvegliare attentamente il territorio circostante fino ai confini di Cagliari e Iglesias.

Altri elementi chiave del castello includono la Torre di Guardia e la cisterna del Borgo, che testimonia l’importanza dell’approvvigionamento idrico per la sopravvivenza della comunità.

Gli scavi archeologici condotti nella zona hanno portato alla luce tracce suggestive del passato, tra cui ipotesi sulla presenza dell’antica Chiesa di Santa Barbara di Acquafredda e la scoperta di antiche sepolture, offrendo uno sguardo affascinante su una storia ricca di fascino e mistero.

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