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Vint Cerf e Internet: il presente e il futuro

Universalmente riconosciuto come uno dei “padri fondatori di Internet”, Vint Cerf, informatico statunitense parla del futuro di Internet.

Vint Cerf ha partecipato ad una live sul futuro di tecnologia, futuro e innovazione. Si parte sottolineando come nell’anno passato Internet sia fiorito. Cerf sottolinea che nel 1918 si è superata una pandemia peggiore senza Internet, quindi saremmo anche potuti sopravvivere senza.  D’altro canto è servito per tenere operative e attive le persone che hanno potuto utilizzare lo smart-working. Tutto ciò ha messo in luce la debolezza causata da molti lavori che necessitano il contatto con le persone, ma a causa della pandemia non si sono potuti svolgere. Poiché una fetta della popolazione non ha sofferto della mancanza di lavoro, Vint Cerf spera di poter creare una più equa società per tutti. Questo investe anche l’Internet: può essere un mezzo potentissimo ma se non è utilizzabile o troppo costoso diventa inutile.

Tra le previsioni per il futuro vi sono: l’accesso a Internet aumenterà, dopo averne capito l’importanza durante la pandemia con un futuro sistema di collegamento interplanetario; sempre più persone impareranno a usare Internet, con sempre più spazio alla formazione e al riconoscimento tra vere e false informazioni.

L’accesso ai dati

La sfida è renderlo disponibile a tutti. Gli viene chiesto se secondo lui la connessione sia un diritto fondamentale come la parola. Cerf risponde che non piò essere messo allo stesso livello di un diritto umano. Nonostante sia fondamentale il diritto all’informazione, un giorno potrebbe arrivare uno strumento anche migliore di Internet. Togliere tuttavia la possibilità di accedervi e non ricevere informazione è una violazione dei diritti. Durante la pandemia è incredibile come l’Internet non abbia mai ceduto nonostante quasi in ogni parte del mondo venisse usato per intere giornate. Un altro aspetto fondamentale è il video streaming, in cui aziende come Netflix hanno puntato e rafforzato di conseguenza la rte. La tecnologia si è così adattata alla domanda, e viceversa. 5 miliardi di persone sono connesse, e per poter connettere gli altri 3 miliardi si punterà su impinati fisici di comunicazione (cavi, connessione laser) e impianto satellitare.

Il divario dell’accesso dei dati non è solo economico, ma anche funzionale. Per esempio le ricerche devono essere disponibili nella lingua scelta dalla persona. Le app devono anche essere studiate per poter essere utilizzate dalla persone con problemi motori, alla vista, all’udito. “Dobbiamo lavorare per garantire a tutti l’accesso ai dati” dice Cerf. 

About Elisabetta Serra

Studentessa di Beni Culturali e Spettacolo presso l'Università di Cagliari.

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