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Anoressia, con Covid il rischio aumenta

I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, in particolare l’anoressia, la bulimia nervosa e il disturbo da alimentazione incontrollata (il binge eating), sono un problema di sanità pubblica di crescente importanza per la loro diffusione, l’esordio sempre più precoce tra i giovani e l’eziologia multifattoriale complessa

 

È importante identificare l’anoressia e gli altri disturbi e intervenire tempestivamente. Questo perché, se non trattati adeguatamente, aumentano il rischio di danni permanenti a carico di tutti gli organi e apparati dell’organismo; nei casi più gravi, possono portare alla morte. Una forte pressione emotiva può rendere fragili e portare a perdere il controllo degli impulsi; la ricerca di un appagamento nel corso di uno stress da isolamento prolungato può avvenire non solo attraverso il fumo, l’alcol, gli psicofarmaci, le droghe, ma anche attraverso il cibo.

Quindi, gli stessi meccanismi che possono favorire l’abuso di alcol e di sostanze (legali e illegali) possono essere chiamati in causa per i disturbi dell’alimentazione. Per approfondire consulta: Disturbi del comportamento alimentare (DA&O) e uso di alcol e/o sostanze: un fenomeno emergente. Società Italiana per lo Studio dei Disturbi Alimentari (SISDCA) e Società Italiana di Alcologia (SIA). SICS Editore, Marzo 2020.

L’inadeguatezza dell’offerta di trattamenti psicologici e psichiatrici nel corso dell’emergenza COVID-19

Nel corso della pandemia alcuni gruppi e servizi hanno attivato trattamenti online. Sebbene consapevoli di una serie di problematiche e limitazioni rispetto al trattamento tradizionale e della mancanza di un’adeguata formazione degli operatori per i trattamenti a distanza.

L’impossibilità di garantire condizioni di sicurezza per pazienti e personale sanitario ha portato alla sospensione di molte attività. Sospesi soprattutto i trattamenti intensivi e la presa in carico dei pazienti in strutture residenziali mediche e psichiatriche. I ricoveri sono rinviati a data da definire e un elevato rischio di perdere il contatto con il paziente.

Si rende per questo necessaria la progettazione di un nuovo modo di erogare trattamenti e di integrare strategie e procedure standard per affrontare sia il disturbo alimentare sia le paure legate all’infezione e all’isolamento sociale. Inoltre, è fondamentale mettere a punto e implementare un protocollo specifico per affrontare la gestione di un paziente con disturbi dell’alimentazione risultato positivo al coronavirus.

About Giulia D'Agostino

Amante dei libri e delle serie tv. Appassionata di arte. Cresciuta a pane e Fabrizio de Andrè.

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