L’Istituto Superiore di Sanità conferma la diffusione in Italia della mutazione scoperta nel Regno Unito. Spaventano quelle del Brasile e del Sud Africa
È di ieri, 12 febbraio, il comunicato dell’Istituto Superiore di Sanità in cui è ufficializzata la “circolazione sostenuta della variante [inglese], che probabilmente è destinata a diventare quella prevalente nei prossimi mesi“.
L’ISS, nello stesso annuncio, sostiene che al momento questa nuova forma del Covid-19 rappresenti già il 17,8% dei casi in Italia.
C’è fiducia sull’efficacia dei vaccini sulla variante inglese…
L’esistenza e la ormai ampia circolazione, anche nel nostro Paese, di questa mutazione del Covid-19 sollevano l’ovvia problematica dell’efficacia dei vaccini in uso.
“Se ci limitiamo a quella inglese, i dati sia pur parziali finora noti dimostrerebbero che soggetti vaccinati e con buon livello di anticorpi neutralizzanti sono protetti, certamente dalla malattia severa ma molto probabilmente anche dalle forme leggero-moderate dell’infezione“, spiega su Repubblica Antonio Cassone, Membro American Academy of Microbiology.
… mentre preoccupano quelle del Brasile e del Sud Africa
Tuttavia, si legge nelle FAQ dell’ISS, contro le varianti del Brasile e del Sud Africa “potrebbe esserci una diminuzione nell’efficacia [dei vaccini]. Per quanto riguarda i farmaci in uso e in sperimentazione non ci sono ancora evidenze definitive in un senso o nell’altro; tuttavia alcuni articoli preliminari indicano che alcuni anticorpi monoclonali attualmente in sviluppo potrebbero perdere efficacia“.
Cassone, nel suo editoriale, spiega comunque che “esperimenti in vitro suggerirebbero che almeno i soggetti con elevato titolo anticorpale mantengano una buona capacità [di neutralizzare] anche quei virus che portano tutt’e tre le principali suddette mutazioni“.