Candidato nella sezione Panorama della Berlinale 2020, Hope è un film drammatico, ma anche romantico, con protagonisti Andrea Bræin Hovig e Stellan Skarsgård
La pellicola norvegese e svedese presentata alla Berlinale racconta la storia di Anja, a cui viene diagnosticato un tumore al cervello. La notizia sconvolgerà la quotidianità della sua famiglia. Soprattutto la relazione con il compagno Tomas subisce uno scossone venendo messa di fronte a un nuovo tipo di realtà.
Liberamente ispirato alla vicenda personale della regista, si tratta di una narrazione scandita dal tempo e dalle festività natalizie. Un conto alla rovescia che rappresenta e va di pari passo con la malattia terminale della protagonista. Infatti l’elemento più interessante è che la storia utilizza il “pretesto” del cancro per raccontare il rapporto tra una coppia ormai abbandonata all’indifferenza e all’apatia reciproca. Grazie all’annuncio ineluttabile della fine, la famiglia, priva di connessioni umane tra i vari membri, dovrà affrontare un percorso per ricominciare a sentire di nuovo, per imparare a perdonarsi e a dare valore ai momenti della vita.
Nonostante quello che possa sembrare, non è affatto un film moralistico né uno sul cancro. Quanto più sulla condivisione, l’unione e la passione a 360 gradi. Approcciandosi al problema con un tocco delicato, ma crudo e diretto come la protagonista, interpretata magistralmente da Andrea Bræin Hovig, l’opera porta lo spettatore a immergersi nel ciclone emotivo e turbolento di una persona che, in pochi giorni, viene a sapere che la sua fine è vicina, suscitando un forte senso di partecipazione.
Come già detto, si tratta di una storia di coppia e infatti questo film non sarebbe lo stesso senza uno Stellan Skarsgård magnetico nello sguardo e imponente nella presenza scenica. Una figura silenziosa dietro cui si nasconde un turbine di emozioni e sofferenza che emergono in maniera delicata, senza nessun tipo di esibizionismo.
Un film capace parlare di molte cose, per chi saprà coglierne le sfumature.