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Henry Ford
Henry Ford

Henry Ford: genio dell’industriale e avanguardista

 Il genio della produzione industriale, l’inventore del marketing, dei risvolti sociali della produzione di massa e la sua eredità immateriale

Un uomo di un’altra epoca, nato nel 1863, industriale, ma anche inventore di tutto quello che abbiamo sotto gli occhi nella nostra epoca. Oggi si parla di “Fordismo”, della sua filosofia e delle sue rivoluzioni. E nel giorno della fondazione della Ford Motor Company vogliamo ricordare le 10 lezioni di Henry Ford che ogni startupper dovrebbe conoscere.

1. “C’è vero progresso solo quando i vantaggi di una nuova tecnologia diventano per tutti”

Era un’ossessione per Henry Ford e ancora oggi è questo il claim usato in pubblicità dallaFord Motor Company: portare la tecnologia al popolo. E per tecnologia all’epoca s’intendeva proprio “tutta” l’auto, non un suo particolare tecnico. Con la Ford Model T – un progetto portato a termine nel 1908 con pochissimi ingegneri al suo fianco – Henry cambia il mondo trasformando quello che era stato sino a quel momento un lusso per ricchissimi a un oggetto per tutti. Anzi, come diceva lui, in un “diritto per tutti gli americani”. Inizia la motorizzazione di massa.

2.”Uno dei risultati più notevoli del tenere basso il prezzo delle nostre auto è stato la graduale diminuzione della durata del ciclo di produzione. Più l’articolo si muove lentamente in produzione, più costa”

La motorizzazione di massa e il prezzo stracciato della Ford Model T derivava dall’invenzione della catena di montaggio. La leggenda dice che Ford si ispirò visitando una macelleria di Detroit, ma questa invenzione è stata resa possibile da una raffinatezza unica in fase progettuale della macchina. Tutto divenne possibile con un’invenzione che ancora oggi pochi considerano, ma fu cruciale per la produzione di massa: l’intercambiabilità dei pezzi di ricambio. Prima della Ford T le porte, i cofani, i parafanghi, tutto, su un’auto era tagliato a mano come in un vestito di sartoria. Quindi impossibile da assemblare su una catena di montaggio. Ford invece rivoluzionò l’auto per produrla velocemente. L’auto doveva essere semplice. Facile da costruire per avere bassi costi di manodopera, riducendo di converso il costo stesso della macchina. Questa particolare forma di produzione, sconosciuta allora, entrò in vigore a partire dal 1913 circa.

3“Quello che non c’è non si rompe”

Henry Ford fu il primo a teorizzare il famoso Less is more oggi tanto in voga. Rivoluzionando di fatto il modo di progettare, non solo l’auto, ma qualsiasi oggetto. Una lotta contro le cose inutili che poi dava un altro enorme vantaggio, aumentava enormemente l’affidabilità delle auto, all’epoca afflitte da guasti di ogni tipo. Senza dimenticare che, come diceva Ford stesso, “mi sono sempre sforzato di produrre con il minimo spreco, sia per quel che riguarda le materie prime sia per quanto riguarda il lavoro operaio”

4. “Un industriale non può avere successo se non soddisfacendo la clientela”

Alla base di tutto per Ford c’era la customer satisfaction. E’ stato il primo a teorizzarla, estremizzando il concetto perché Ford vendeva con il minimo profitto, compensando tale “minimo” con un alto volume d’affari. Il prezzo secondo lui deve essere sempre in armonia con il potere di acquisto del pubblico. E se i suoi operai potevano comprare un’auto a basso prezzo a loro volta si trasformavano in clienti e compravano le sue macchine. Un elemento chiave ancora oggi, ma all’epoca pura rivoluzione: misurare il proprio successo con la soddisfazione della clientela e raggiungerla con prezzi molto bassi.

5.“Abbiamo bisogno di persone brave, non solo di brave persone”

Sembra un calembour, un gioco di parole anche un po’ stupido. Ma se poi scopri che Ford per le sue fabbriche assunse soprattutto mutilati, avanzi di galera, “gentaglia”, tutto diventava più chiaro. Henry Ford capì che solo dando una seconda opportunità a qualcuno lo potevi motivare davvero. “Per me è la stessa cosa – spiegò Ford – se una persona proviene dalla prigione di Sing Sing o da Harvard. Io assumo un uomo, non la sua storia”.

6. “Qualità significa fare le cose bene quando nessuno ti sta guardando”

Vi ricordate la storia della palizzata che Steve Jobs verniciava con il padre, alla perfezione, anche nel punto dietro la casa che nessuno avrebbe mai visto? Ecco, Ford teorizzò lo stesso concetto 100 anni prima.

7.”Non è l’azienda che paga i salari. L’azienda semplicemente maneggia il denaro. È il cliente che paga i salari”

La chiave del successo è, ancora una volta, la soddisfazione del cliente. Un elemento che determina tutto, l’esistenza stessa dell’azienda. Per questo Ford fu anche il primo a vendere un prodotto industriale con il minimo profitto, compensando tale piccolo guadagno con un salario decente per i suoi operai, con la certezza che si sarebbe trasformati in clienti. Il classico circolo virtuoso.

8.“L’entusiasmo è alla base di tutti i progressi”

E’ un mantra, un tema ricorrente nella strategia di Henry Ford. Lavorare divertendosi, inventando, rivoluzionando il mondo. Ford era letteralmente fissato per la voglia di imparare. E solo l’entusiasmo per la voglia di imparare – secondo lui – ti poteva far restare giovane. “La più grande cosa nella vita – spiegava spesso – è mantenere la propria mente giovane.”

9.”Chi smette di fare pubblicità per risparmiare soldi è come se fermasse l’orologio per risparmiare il tempo”

Siamo agli inizi del Novecento, quando la pubblicità di fatto nemmeno esisteva e le case automobilistiche per farsi conoscere spesso erano costrette a scendere in pista. Eppure Ford già teorizzava quello che oggi è considerato uno dei cardini del marketing,

10.“Pensare è il lavoro più pesante che ci sia”

Tutti i successi di Henry Ford sono legati a innovazioni, lavori mentali più che tecnici. Ecco perché per molti il fondatore della Ford Motor Company viene considerato un filosofo e non un industriale. Un concetto che porta l’azienda su un piano meno materiale. D’altra parte lo stesso Ford diceva sempre che “un affare in cui si guadagna soltanto denaro non è un affare”: il risvolto sociale di ogni impresa secondo lui era centrale. Se si punta solo al ritorno economico non si va mai lontano. Così Ford riuscì a produrre (dal 1908 al 1927) qualcosa come 15 milioni di Model T, ancora oggi un record. E la sua voglia di puntare sulla motorizzazione di massa lo spinse ad andare contro una delle principali leggi dell’industria automobilistica americana, quella secondo cui “piccole auto, piccoli guadagni, grandi auto grandi guadagni”: la sua Model T era un microbo (lunga 3,4 metri, come una Panda e con un peso di 540 kg, la metà della piccola Fiat). Al punto di guadagnarsi il soprannome di “Tin Lizzie”, lucertolina di latta, o “Flivver”, macinino.

 

About Camilla Maccioni

Classe 2003, futura diplomata al liceo classico (almeno così si spera). Oltre alle lingue morte si dedica allo studio della chitarra classica e sogna di poter diventare concertista. La scrittura l'ha sempre affascinata, e per questo si sta avvicinando, a piccoli passi, al mondo giornalistico.

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