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Un hackaton per migliorare la vita dei pazienti affetti da epatocarcinoma

Roche ha organizzato un hackaton per scoprire nuovi punti di vista su come migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da epatocarcinoma. 70 esperti nel trattamento di questa patologia hanno collaborato tra loro.

Hack for HCC“, l’hackaton organizzato da Roche, in collaborazione con H-Farm, si è tenuto da remoto il 26, 29 e 30 Marzo. Roche è una delle più grandi aziende di biotecnologie al mondo, fortemente orientata alla ricerca, che si pone come obiettivo quello di ridefinire i paradigni di trattamento in oncologia.

L’evento “Hack for HCC” ha fatto incontrare i maggiori esperti italiani nelle diverse discipline coinvolte nel trattamento dell’epatocarcinoma (HCC o carcinoma epatocellulare) per confrontarsi tra loro. L’hackaton ha promosso la raccolta di contributi innovativi, con l’obiettivo di migliorare il percorso delle persone affette da HCC e da chi sta loro accanto.

Il carcinoma epatocellulare rappresenta una delle patologie oncologiche più aggressive, e per il quale sono disponibili limitate opzioni di trattamento. L’HCC ha dunque un impatto clinico e gestionale molto rilevante, e pone numerose sfide a pazienti e specialisti, chiamati ogni giorno ad affrontare questa patologia.

L’hackaton “Hack for HCC” ha visto la partecipazione di oltre 70 esperti che hanno collaborato mettendo in campo le loro diverse conoscenze ed esperienze. Infatti, un approccio multidisciplinare, unito alle innovazioni tecnologiche e a una diagnosi precoce, è fondamentale per una migliore gestione del percorso terapeutico. Ivan Gardini, presidente dell’associazione EpaC Onlus, afferma: “Promuovere una collaborazione sinergica di tutti gli interlocutori coinvolti nel trattamento della patologia potrà rappresentare un grande aiuto per migliorarne la gestione. Questo non solo non solo per i pazienti ma anche per i caregiver“.
Gardini spiega che l’epatocarcinoma è “una patologia complessa e subdola, poiché, non manifestando sintomi specifici, è difficile da diagnosticare nella fase iniziale. Inoltre, i pazienti con epatocarcinoma presentano spesso comorbidità. Anche per questo è necessario che vengano seguiti da una squadra multidisciplinare, composta da gastroenterologi, oncologi, chirurghi e radiologi diagnostici ed interventistici“.

About Giulia Demuru

Studentessa presso l'Università di Cagliari - Filosofia e teorie della comunicazione