Passaggi D'Autore 2024
nostalgica

La lontananza nostalgica utopica futura in mostra a Solarussa

Il progetto fotografico di Paolo Angus Carta in mostra dal 13 ottobre presso la Stazione Ferroviaria di Solarussa nello spazio STOPOVER_ART

“La lontananza nostalgica utopica futura” è un progetto di Paolo Angus Carta in mostra a Solarussa. La prima parte è stata realizzata tra il 2013 e il 2015. La seconda tra il 2015 e il 2017. Il progetto è ispirato dall’omonima opera del Maestro Luigi Nono. La lontananza come visione lontana del passato, di quanto già vissuto e in seguito recuperato,come tesoro ed esperienza di vita; nostalgica perché il passato è,in talune occasioni e per via della memoria,nostalgico (e spesso oltremodo romantico); utopica perché è mera utopia pensare che quanto vissuto possa tornare ad esistere identico e immutabile: essendo passato,esso può esser solo ricordo e,al tempo stesso,ispirazione per il futuro; futura per la possibilità di ricordare quanto vissuto (esperienza) e poter creare un nuovo corso operando sul presente.

La memoria del passato per creare il futuro. Tutto quello che si è perso. La fatica nel ritrovarlo. L’esistente punto fermo da cui partire. Per creare la nuova vita. Una carezza. Uno schiaffo. Uno sguardo. Una parola. Per ricostruire da qualcosa andato perduto. Dal tesoro chiamato passato verso un futuro utopico ma possibile. Ciò che solo l’uomo può.

Questo progetto si ispira al concetto sviluppato dal Maestro Nono: operare e sperimentare all’interno di spazio-tempo-suono. Ho scelto di operare principalmente sul concetto di spazio – tempo,prendendo spunto dal suono della medesima opera di Nono,di Alva Noto in “Univrs” e di Iosonouncane in “Die”. Partendo dal presupposto di usare delle immagini su cui intervenire digitalmente con segni grafici,ho fotografato vari luoghi della Sardegna,ottenendo un totale di circa 800 fotografie. Come per tutti i miei progetti, l’investigazione dei luoghi visitati parte dall’idea ben precisa di guardare dentro me stesso (oltre che verso l’esterno). La Sardegna è il luogo dove posso misurare la mia vita: “La lontananza nostalgica utopica futura“ non è un progetto sulla Sardegna ma,al contrario,l’isola è stata lo strumento per realizzare un progetto/ricerca su me stesso. Investigare sul passato e,facendone tesoro,operare sul presente per costruire qualcosa di nuovo: questa è la volontà che muove la mia ricerca e il progetto.

Ricerca del passato,di quanto ci appartiene come memoria storica. L’esperienza non come fattore nostalgico (che non potrà quindi tornare in vita, per cui utopica) ma come vero tesoro storico, sociale, civile e concettuale da cui apprendere. La memoria del passato per creare il futuro. La ricerca, lo studio e l’investigazione hanno fornito una risposta: siamo solo ed esclusivamente noi esseri umani a decidere del nostro destino. Solo le azioni umane potranno cambiare e direzionare l’incedere della storia. Il progetto non fornisce risposte e nemmeno era ed è mio scopo darne.
Offre, semmai, diversi spunti di riflessione:
– Il punto di partenza e la sua possibile applicazione futura.
– La necessità di andar oltre l’isolamento mentale che ci ostiniamo a non voler modificare (forse già solo comprendere).
– La possibilità di affrontare condizioni precarie per trarne vantaggio verso una nuova visione della vita.
– La distruzione e l’incuria,nei rapporti sociali e non solo,di quanto ci circonda con risultati opprimenti che determinano egoismo,asocialità,superficialità.
– La costruzione di nuovi percorsi; la presa di coscienza di poter affrontare la paura dell’ignoto per realizzare nuove direzioni e processi di vitali.

“La lontananza nostalgica utopica futura” è un progetto ottimista. È un insieme di possibili condizioni che possono essere realizzate se solo si osserva oltre la propria vita quotidiana,se mentalmente ci si pone in modo differente nei confronti di quanto ci circonda e si cercano nuovi,o diversi,sistemi di costruzione del futuro.
E’ l’osservazione completa di un vuoto da riempire. Vuoto che può esser colmato solo da chi ha volontà nel mettersi in gioco,chi non si ferma all’apparenza,chi osserva in modo differente sia il passato quanto soprattutto il presente. Andar oltre per fa si che la cultura possa offrire una nuova direzione alla vita,e colmare finalmente il vuoto. Paolo Angus Carta 2018

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