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ISTITUTO SUPERIORE SANITA'

Istituto Superiore di Sanità: aumenta rischio epidemia

L’ Istituto Superiore di Sanità informa che questa settimana si osserva un peggioramento generale della situazione epidemiologica nel Paese.

L’incidenza a 14 giorni torna a crescere dopo alcune settimane di decrescita. Aumenta anche l’impatto della pandemia sui servizi assistenziali. Questo si traduce in un aumento generale del rischio. Lo dice l’Istituto Superiore della Sanità. L’indice di trasmissione nazionale è in aumento per la quarta settimana consecutiva. Inoltre,  questo succede per la prima volta dopo sei settimane, sopra uno. Tre regioni hanno un Rt puntuale significativamente maggiore di 1.  Sono la Calabria, Emilia Romagna e Lombardia. Altre 6 lo superano nel valore medio: la Liguria, Molise, Sardegna, Sicilia, Umbria, Valle d’Aosta. Mentre altre 4 hanno un valore uguale (Puglia) o che lo sfiora:  il Lazio e il Piemonte. Ma anche il
Veneto. Essa, mostra un tasso di incidenza particolarmente elevato, rispetto al contesto nazionale.

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, l’epidemia si trova, in una fase delicata che sembra preludere ad un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane, qualora non venissero definite e implementate rigorosamente misure di mitigazione più stringenti. Questo avverrebbe in un contesto di elevata incidenza con una pressione assistenziale ancora elevata ed in crescita in molte Regioni/PA.

Punti chiave:

Si riporta una analisi dei dati relativi al periodo 28 dicembre 2020 – 03 gennaio 2021. Per i tempi che intercorrono tra l’esposizione al patogeno e lo sviluppo di sintomi. Tra questi e la diagnosi e successiva notifica, verosimilmente molti dei casi notificati in questa settimana hanno contratto l’infezione. Accade nella seconda metà di dicembre. Si sottolinea che la settimana in valutazione è quella a cavallo del nuovo anno. Inoltre è stata caratterizzata da un numero particolarmente basso di tamponi nelle giornate festive.
Permane una diffusa difficoltà nella tempestività dell’invio dei dati. Questo può portare ad una sottostima della velocità di trasmissione. Una valutazione più accurata sull’andamento dell’epidemia nel periodo festivo appena trascorso sarà possibile a partire dalla prossima settimana.

Sempre secondo quanto rivela l’Istituto Superiore della Sanità, questa settimana si osserva un peggioramento generale della situazione. L’incidenza nazionale a 14 giorni torna a crescere dopo alcune settimane di decrescita. Aumenta anche l’impatto della pandemia sui servizi assistenziali e questo si traduce in un aumento generale del rischio.

• Si osserva, dopo alcune settimane di diminuzione, nuovamente un aumento dell’incidenza a livello nazionale negli ultimi 14 gg. Si evidenzia, in particolare, il persistente valore elevato di questo indicatore nella Regione del Veneto (927,36 per 100.000 abitanti negli ultimi 14 gg). L’incidenza su tutto il territorio è ancora lontana da livelli che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti. Il servizio sanitario ha mostrato i primi segni di criticità quando il valore a livello nazionale ha superato i 50 casi per 100.000 in sette giorni e una criticità di tenuta dei servizi con incidenze elevate.
Per dettagli sulle modalità di calcolo e interpretazione dell’Rt riportato si rimanda all’approfondimento disponibile sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità.

Dodici Regioni ad alto rischio

• Si osserva un aumento complessivo del rischio di una epidemia non controllata. Inoltre, non gestibile; dovuto ad un aumento diffuso della probabilità di trasmissione di SARS-CoV-2. Accade in un contesto in cui l’impatto sui servizi assistenziali è ancora alto nella maggior parte delle Regioni/PPAA.
• Complessivamente, questo porta alla classificazione di 12 Regioni/PPAA a rischio alto questa settimana. Otto a rischio moderato e solo una
Regione (Toscana) a rischio basso. Tre Regioni/PPAA (Calabria, Emilia-Romagna e Lombardia) hanno un Rt puntuale maggiore di 1 anche nel valore inferiore, compatibile quindi con uno scenario di tipo 2, altre 6 (Liguria, Molise, Sardegna, Sicilia, Umbria, V. d’Aosta/V./d’Aoste) lo superano nel valore medio, e altre quattro lo raggiungono (Puglia) o lo sfiorano (Lazio, Piemonte e Veneto).

Tredici Regioni con elevato tasso di occupazione in Terapia Intensiva

• Sono 13 le Regioni/PPAA che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica (vs 10 la settimana precedente). Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale torna a essere sopra la soglia critica (30%). Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in lieve aumento da 2.565 (28/12/2020) a 2.579 (04/01/2021); il numero di persone ricoverate in aree mediche è invece lievemente diminuito passando da 23.932 (28/12/2020) a 23.317 (04/01/2021). Tale tendenza a livello nazionale sottende forti variazioni inter-regionali.

• Tutte le Regioni/PPAA tranne una (Valle d’Aosta) riportano un’allerta di resilienza. Questo è dovuto principalmente a un aumento nei tassi di positività che potrebbe riflettere il minor numero di test realizzati nel periodo festivo. Nessuna Regione/PA riporta molteplici allerte.
• Si osserva di nuovo un aumento nel numero di casi non riconducibili a catene di trasmissione note (40.487 vs 31.825 la settimana precedente) nonostante la percentuale dei casi rilevati attraverso attività di tracciamento dei contatti aumenti lievemente (26,8% vs 26,0% la settimana precedente). Si osserva, anche, un lieve aumento nella percentuale di casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (32,8 % vs 32,4% la settimana precedente). Infine, il 28,8% dei casi è stato rilevato attraverso attività di screening e nell’11,6% non è stata riportata la ragione dell’accertamento diagnostico

Le conclusioni:

• Nonostante la settimana in valutazione (28/12/2020-03/01/2021) sia stata caratterizzata da un numero particolarmente basso di tamponi nelle giornate festive, si osserva di nuovo un aumento della incidenza nel Paese (166,02 per 100.000 abitanti).
• Nel periodo 15 – 28 dicembre 2020, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,03 (range 0,98 – 1,13) in aumento da quattro settimane e per la prima volta in sei settimane sopra uno. Questo si realizza in un contesto europeo caratterizzato da un nuovo aumento nel numero di casi in molti paesi Europei e la circolazione di varianti virali con una potenziale maggiore capacità di trasmissione.
• Si osserva un aumento complessivo del rischio di una epidemia non controllata e non gestibile nel Paese dovuto a un aumento diffuso della probabilità di trasmissione di SARS-CoV-2 in un contesto in cui l’impatto sui servizi assistenziali è ancora alto nella maggior parte delle Regioni/PPAA.
• L’epidemia si trova, quindi, in una fase delicata che sembra preludere a un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane, qualora non venissero definite ed implementate rigorosamente misure di mitigazione più stringenti. Questo avverrebbe in un contesto di elevata incidenza con una pressione assistenziale ancora elevata e in crescita in molte Regioni/PPAA.
• Si conferma pertanto la necessità di mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone. È fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile. Si ricorda che è obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico-sanitarie predisposte relative a distanziamento e uso corretto delle mascherine. Si ribadisce la necessità di rispettare le misure raccomandate dalle autorità sanitarie compresi i provvedimenti quarantenari dei contatti stretti dei casi accertati e di isolamento dei casi stessi.

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