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Roberta Bruzzone presenta le storie di dieci femminicidi nel libro Favole da incubo
Martedì 23 aprile alle 18.30 nel Palazzo Municipale di Assemini si parlerà di violenza di genere. La scrittrice e criminologa Roberta Bruzzone presenterà infatti il suo libro Favole da incubo.
La Bruzzone è un’ ospite d’eccezione, che ha conquistato la scena nazionale nell’ambito della criminologia. La nota psicologa doveva peraltro presenziare già lo scorso febbraio, prima di essere costretta al rinvio.
L’ ingresso è libero e senza prenotazione, una serata di approfondimento intorno alle tematiche dello scritto: dieci storie di femminicidi. Nell’occasione, l’autrice dialogherà con l’avvocatessa e scrittrice Francesca Spanu. Attraverso la ricostruzione degli efferati delitti, il libro analizza i preconcetti alla loro base.
L’Assessorato alla Cultura di Assemini con il sostegno della Regione ha promosso l’iniziativa, con la coordinazione dell’Associazione Enti Locali per le attività culturali e di spettacolo.
“Ecco perché abbiamo scelto di invitare Roberta Bruzzone: riteniamo, che la sua esperienza e la sua professionalità possano dare un contributo di spessore nel percorso per la costruzione di una società capace di combattere le discriminazioni, e basata invece sul rispetto reciproco” spiega l’esponente della Giunta Puddu.
Ritratto dell’ospite e temi dell’incontro
Roberta Bruzzone si è laureata all’Università di Torino in Psicologia Clinica, con tesi in ambito criminologico. Ha perfezionato gli studi con la specializzazione in Psicopatologia Forense presso l’Università di Genova. Ha poi proseguito la formazione in criminologia negli Stati Uniti, ed ha avuto diversi incarichi di spicco, per esempio nell’ambito della strage di Erba. Diversi i ruoli anche in ambito televisivo: ha infatti preso parte come ospite in trasmissioni come Porta a porta e La vita in diretta in qualità di esperta.
La violenza sulle donne e i troppi casi di femminicidio saranno il fulcro della presentazione. Essa metterà in luce il ruolo della letteratura per l’infanzia nella trasmissione di preconcetti di genere e l’importanza di lavorare sul rispetto. Sul creare un ambiente non giudicante, accogliente, e così prevenire la formazione di comportamenti discriminatori. Una prospettiva da sviluppare in particolare con bambini e adolescenti, i quali costituiranno inevitabilmente la cittadinanza del futuro.
