Gli italiani primi con 103 punti di indice complessivo di ‘circolarità’ delle risorse
Gli italiani sono fra i primi in Europa in termini di attenzione al riciclo e al riutilizzo dei materiali, perfettamente in linea con lo sviluppo e la promozione di un nuovo modello: l’economia circolare.
Questa, infatti, definisce un sistema economico sostenibile in grado di potersi rigenerare da solo.
All’interno del sistema il ciclo dei rifiuti, il riciclo e il riutilizzo rappresentano le chiavi di lettura e le dinamiche essenziali. Dunque non un’economia di tipo meramente consumistico, che non pensa alle conseguenze e agli effetti devastanti sull’ambiente, ma una gestione cauta e attenta alle ripercussione delle proprie scelte.
Il rapporto stilato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile e da ENEA, il nostro Paese si colloca al quinto posto fra gli Stati membri dell’Unione Europea per il tasso percentuale di utilizzo circolare di materie, pari al 17.2%.
Prima ci sono i Paesi Bassi con il 29%, Belgio con il 20.6%; Francia con il 19.5% e il Regno Unito con il 17.2%.
A seguire, con grosso distacco, c’è la Spagna con l’8.2%.
Gli italiani si stanno dimostrando particolarmente efficienti per quanto riguarda una gestione saggia e precisa dei rifiuti, anche se l’Italia è stata fra le nazioni più lente nel cominciare un corretto ciclo di riciclo. C’è grande attenzione, in particolar modo, alla gestione del riciclo dei rifiuti speciali e degli imballaggi.
Molto interessanti sono i dati relativi al riutilizzo degli oggetti. La volontà primaria è scongiurare il fenomeno dell’obsolescenza programmata.
Le aziende infatti preferiscono vendere un nuovo prodotto anziché garantirne il diritto alla riparazione (a meno che non costi abbastanza).