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Saly Diarra: «cantare Andrea Parodi? Emozionante!»

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Saly Diarra: «cantare Andrea Parodi? Emozionante!»
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Saly Diarra – in gara al Premio Parodi 2019 – si racconta ai microfoni di Unica Radio

Saly Diarra ha partecipato alla XII edizione del Premio Andrea Parodi, l’unico contest italiano di world music dedicato all’artista sardo scomparso prematuramente nel 2006. Noi di Unica Radio l’abbiamo raggiunta durante la seconda giornata di festival, dopo l’esibizione presso l’Auditorium del Conservatorio di musica di Cagliari “Pierluigi da Palestrina”, che ha ospitato il Parodi dal 10 al 12 ottobre.

Saly Diarra è nata in Senegal ma vive in Sardegna ormai dal 1993. Da noi considerata una “sarda d’adozione”, lei stessa si sente più sarda che senegalese, dopo questi tanti anni trascorsi nell’isola.

Saly partecipa al Premio Parodi portando “Musow”, cantata in lingua bambara, che è un omaggio alla sua terra. Le sue composizioni sono un mix tra le musiche e i canti ascoltati da bambina e quelli dell’Europa occidentale da cui si è lasciata “contaminare” e ispirare per creare qualcosa che avesse un impatto sonoro nuovo e che accompagna con il ritmo della sua inseparabile “Zucca”.

Per quanto concerne il brano di Andrea Parodi da lei portato al Premio, invece, ci dice che rielaborare “Camineras” è stata una vera sfida: ha potuto misurarsi con una lingua che non è la sua, poiché non conosce il sardo, e ha anche sperimentato un modo diverso di fare musica.

Un mix di delicatezza e minimalità che l’ha portata a essere designata tra i finalisti di un importante festival di stampo internazionale, dove ha potuto confrontarsi con tanti artisti e arricchire il proprio bagaglio musicale proprio grazie al multiculturalismo del Premio.

ASCOLTA L’INTERVISTA

About Giulia Sanna

Nasce a Cagliari nell'ottobre del 1990. Consegue la maturità scientifica e si laurea in giurisprudenza. Da giurista pentita decide di cambiare le sue sorti e tenta di avvicinarsi al mondo della comunicazione, che da sempre la affascina e la appassiona. Le esperienze all'estero, a Parigi prima e a Londra poi, la aiutano a capire che la vita è veramente troppo breve per sprecarla a fare qualcosa che non dà stimoli e anzi demolisce la nostra curiosità e il nostro amore per la stessa. Un breve workshop di giornalismo a Roma, indetto da The Post Internazionale con la partecipazione di Limes, suggella per sempre questa sua convinzione e la condanna al precariato eterno. Amante della satira oltre ogni misura e della comicità dissacrante. Viaggia, legge, scrive, corre, mangia e ride. Mai contemporaneamente. Crede nel potere della musica terapeutica.

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