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Clima: allarme emissioni elevate in Sardegna

Allarme di Legambiente, uscita carbone 2025 ma senza toccare posti lavoro

Allarme clima anche in Sardegna: ad agosto il rapporto Ipcc (Integovernal Panel on Climate Cange), ha confermato i pericoli a livello internazionale. E anche l’Isola, che registra un livello di emissioni molto elevato con 15 milioni di tonnellate annue, deve fare la sua parte. I numeri e l’appello sono stati lanciati questa mattina da Legambiente in una conferenza stampa con Katiuscia Eroe, responsabile nazionale Energia, Annalisa Colombu, presidente regionale, e Vincenzo Tiana, presidente del Comitato scientifico. La strada è segnata: decarbonizzazione entro il 2025, metano solo con i depositi costiere e niente dorsale. Poi solo e sempre rinnovabili.

Ma la riconversione, ha precisato Tiana, non deve toccare i posti di lavoro. Il punto di partenza è il Pniec, il Piano nazionale integrato energia clima, predisposto dal governo ed attualmente in discussione con le Regioni, che prospetta per la Sardegna scenari che gli ecologisti ritengono interessanti. “Legambiente – è stato spiegato – è convinta che la Sardegna non debba subire le scelte internazionali con le conseguenze di perdita di migliaia di posti di lavoro, ma gestire la transizione per riconvertire il comparto produttivo e creare nuova occupazione gestendo in maniera attiva la sfida dell’innovazione energetica”. L’associazione, però, si dice preoccupata “per il modo disarticolato con cui vengono affrontate le diverse opzioni che rischiano di isolare la Sardegna in una posizione arretrata rispetto all’Europa”.

Spostare al 2030 l’uscita dal carbone, come vuole la Regione, per Legambiente è solo una proposta dilatoria: il 2050, l’anno del possibile “zero emissioni”, è dietro l’angolo. “In Sardegna – questa la posizione degli ambientalisti – occorre rafforzare il ruolo dei sistemi agricoli e forestali, incentivare la transizione verso un’economia circolare e decarbonizzata con priorità alle misure di adattamento ai cambiamenti climatici in corso, a partire dai territori più vulnerabili quali le zone umide e le aree costiere”. Per l’energia nell’Isola, la soluzione indicata da Legambiente è quella della nuova interconnessione elettrica Sardegna-Sicilia-Continente.

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