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Come si fa un audiolibro. Un libro, una voce e un microfono

Gli ingredienti per fare un buon audiolibro.

Secondo l’AIE, l’Associazione italiana editori, nel 2018 ha ascoltato almeno un audiolibro il 7 per cento degli italiani tra i 14 e i 75 anni. Gli ascoltatori di audiolibri sono ancora una piccola parte del 65 per cento di italiani che dice di iniziare e finire almeno un libro ogni anno. Ma si tratta comunque di circa tre milioni di persone e i numeri da alcuni anni sono in costante e notevole crescita.

Non ci sono dati chiari per capire al posto di quale attività vengono messi gli audiolibri nelle giornate di chi li ascolta, ma da qualche parte stanno trovando il loro spazio. Di certo non c’è comunque una sola risposta: qualcuno li ascolta al posto della tv, della radio o magari anche dei podcast. Qualcun altro li ascolta al posto della musica quando corre, guida o fa la doccia. Qualcuno, ovviamente, ascolta un audiolibro anziché sfogliare le pagine di un libro o leggerne la versione digitale. Infine c’è anche chi, almeno a volte, si è messo ad ascoltare audiolibri in momenti in cui prima non avrebbe fatto niente, o avrebbe fatto altro in mezzo al silenzio.

Fino a un po’ di anni fa gli audiolibri si potevano comprare nelle librerie, come i libri, o scaricare da internet, come i film. Da ormai un paio di anni la maggior parte degli audiolibri italiani si ascolta tramite smartphone, sulle app di uno dei due servizi che li offrono: Audible, che appartiene ad Amazon, e Storytel, una società svedese che esiste dal 2005 e opera in Italia dall’estate del 2018. Entrambi i servizi costano 9,99 euro al mese e permettono di leggere libri a volontà, in italiano e in inglese, partendo da un catalogo con migliaia di titoli.

Prima ancora che un libro sia letto, registrato, caricato su un’app e ascoltato da un utente, bisogna che qualcuno lo scelga e ne compri i diritti. È una rilevante parte del lavoro. E’ necessario scegliere quali libri far arrivare sulla piattaforma, conoscere e saper prevedere i gusti delle persone, per offrire loro il meglio di quello che è uscito o sta per uscire nelle librerie.

Esistono libri bellissimi che è davvero difficile leggere e e di conseguenza ascoltare. Altri, invece, che si prestano benissimo e di cui si può addirittura dire che l’audiolibro sia meglio del libro (e chissà se poi è meglio anche dell’eventuale film).

Scegliere il libro

Ci sono due modi per far sì che un libro finisca sulle piattaforme online. Nel primo si distribuiscono audiolibri che già esistono; nel secondo si comprano i diritti per fare l’audiolibro. In altre parole lo si produce e lo si distribuisce.

Il primo caso è quello più semplice. Si verifica quando qualcuno ha già registrato qualcun altro che legge un libro dall’inizio alla fine. Quel qualcuno può essere una casa editrice tradizionale, che prova a sfruttare il libro in ogni sua forma o, in molti altri casi, Emons: la più grande casa editrice italiana di audiolibri, che negli anni li ha fatti leggere, tra gli altri, a Claudio Bisio, Roberto Saviano, Alba Rohrwacher, Francesco De Gregori, Paola Cortellesi e Laura Morante.

Il secondo caso è quello in cui si deve invece ottenere una vera e propria licenza ed è ovviamente il più complicato di fare il proprio prodotto e non di limitarsi a diffondere qualcosa fatto da altri.

Una volta trovati i diritti – che in genere durano cinque anni, poi rinnovabili – inizia la trattativa, che se c’è interesse da parte di altri può diventare un’asta.

La registrazione

Una volta scelto il libro è necessario registrarlo. I lettori fanno turni di circa tre ore. Le letture si fanno in delle apposite cabine di registrazione, che sono dei box con pannelli isolanti su tre lati e una porta sul quarto. Dentro ci sta comodamente una persona seduta, che guarda un tablet dal quale fa scorrere il testo (le pagine sfogliate fanno rumore) e parla in un microfono. Dopo una prima sessione in cui si imposta il lavoro, si regolano i volumi e si fanno tutti gli aggiustamenti tecnici del caso, i lettori sono autonomi. Arrivano, salutano e si accomodano nelle cabine. Se sbagliano, o anche solo se vogliono rifare meglio un pezzo, si fermano, fanno una specie di ciak («ma non tutti se ne ricordano») e ricominciano.

I lettori vengono pagati per ogni ora effettiva di audiolibro terminato. Dopo che il lettore legge e si registra, c’è chi provvede di volta in volta a tagliare, montare e pulire quanto ha letto. Per ogni ora finita di audiolibro c’è un lavoro di editing di almeno due ore. C’è poi una fase di proofreading nella quale alcune persone, spesso dei freelance, ascoltano l’audio leggendo nel frattempo il testo del libro per evidenziare eventuali errori, come salti di frasi o di parole. Finita questa fase si torna in cabina di registrazione per sistemare eventuali errori e poi c’è la fase finale detta di mastering.

Tutta la fase di lettura e correzione è ovviamente più veloce quando a leggere è un professionista della voce o della recitazione. Va un po’ più a rilento quando a leggere è l’autore stesso, che ha il considerevole vantaggio di conoscere benissimo quello che ha scritto e di poterlo rendere molto personale, ma lo svantaggio di trovarsi a fare un lavoro che spesso non è propriamente il suo.

Così come capita per un film o una canzone anche un audiolibro viene compresso e caricato sull’app in un formato diverso, che fa sì che un libro come Congo, che dura 30 ore, occupi, se scaricato, 800 megabyte di memoria del vostro smartphone in formato mp3 a 256 kbit/s.

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