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I grani antichi rivoluzione, per alimentazione, salute e terra

Che ne sai tu di un campo di grano? I grani antichi sono una rivoluzione, per la nostra alimentazione, per la salute e per la terra. 

“Il grano futuro” è il libro che racconta una storia: la “filiera degli 11 grani” biologici, un progetto nato e cresciuto nel Parco Agricolo Sud, a due passi da Milano, tra una tangenziale e una bretella. Mentana, Terminillo, Inallettabile, Frassineto, Gamba di ferro, Marzuolo, Senatore Cappelli, Verna, Gentil rosso, Orso, Asita sono le varietà tradizionali che il Distretto di Economia Solidale Rurale (www.desrparcosudmilano.it) – promotore del progetto- semina in miscuglio dal 2012 perché diventino farina, pane e dolci.

Il grano futuro” è un’avventura: c’erano una volta persone attente alla terra e alla salute, un manipolo di agricoltori lombardi resilienti, scienziati non omologati, fornai coraggiosi. Il colpo di scena è la scoperta che il grano, come le persone, crea relazioni, e che vivere insieme, in un “miscuglio”, fa bene a tutti. Chi passa nel Parco Agricolo Sud Milano li riconosce subito: gli “11 grani”: hanno spighe di varietà diverse, che svettano fino ad altezza d’uomo, come sentinelle che difendono il territorio da cemento e abusi. Oggi le farine e i prodotti degli 11 grani sono in vendita sia attraverso i Gruppi di Acquisto Solidali, sia nei negozi sul territorio (vedi qui). 

Luciana Maroni, coordinatrice della filiera, e Daniela Ponzini, agronoma di Aiab, spiegano come è nata e cresciuta la filiera: è stato scelto un miscuglio di grani adatti alla coltivazione biologica, che non hanno bisogno di fertilizzanti e pesticidi perché, oltre a sovrastare le infestanti, si adattano a clima e territorio, selezionando nel tempo le varietà più adatte. Il professor Giovanni Dinelli dell’Università di Bologna spiega che la farina dei “grani antichi” contiene un glutine “gentile”, adatto alle panificazioni a lenta lievitazione con la pasta madre, e che, oltre a contenere una percentuale maggiore di nutrienti, è meglio tollerato dall’organismo. 

Il progetto degli 11 grani antichi lombardi è paradigmatico, ma le spighe antiche crescono ormai in tutta Italia, dal Trentino alla Sicilia. frumenti di varietà tradizionali hanno infatti numerosi vantaggi: si coltivano con poca acqua, senza fertilizzanti e pesticidi, generano nuova biodiversità e si adattano bene a luoghi e clima. I progetti di filiera corta consentono poi a contadini e panificatori di ritrovare antichi saperi e di rendersi indipendenti da aziende chimiche e sementiere. Il prezzo finale è deciso in modo collettivo, in modo da sfuggire ai meccanismi della domanda e dell’offerta o a quelli della speculazione finanziaria. 

Con gli interventi di Anna Baroni e Cinzia Rocca, le due agricoltrici che oggi coltivano i grani; dei panificatori, come il Panettiere Amico di Melegnano o il progetto Buoni Dentro del Carcere minorile Beccaria di Milano; dei distributori come la rete Fuorimercato di RiMaflow (le vendite del libro tramite il DESR sosterranno il loro progetto) e Buon Mercato di Corsico. In sintesi il progetto degli 11 grani ha un valore “politico”: perché non solo crea un pane “buono” anche nel prezzo, ma soprattutto perché le relazioni tra i protagonisti sono basate su cooperazione e fiducia reciproca e su  un nuovo modo di concepire l’economia. 


Le autrici 

Luciana Maroni coordina la Filiera degli 11 grani del Distretto di Economia Solidale Rurale del Parco Agricolo Sud Milano. Nata a Milano, è sposata con Vincenzo, ha una figlia e una nipote. La sua vita è stata piena di lavoro e di avventure sindacali, politiche e sociali. Tra le tante, molto significativa l’esperienza svolta al SICeT (Sindacato Inquilini Casa e Territorio di Milano) dove ha lavorato con tanti altri operatori per difendere il diritto della gente alla casa, ma anche la vivibilità del proprio quartiere. Qui ha imparato ad essere attenta alle storture della società e a chiedersi, assieme agli altri, che fare: così ha appreso un metodo di lavoro che ha poi spesso applicato nelle esperienze di vita sociale. Nel 2000, dopo aver lasciato il lavoro, ha incominciato a interessarsi di economia solidale e ha costituito il Gas (Gruppo di Acquisto Solidale), di Baggio, il quartiere della periferia di Milano dove abita. Nel 2008, dopo aver frequentato alcuni agricoltori del Parco Agricolo Sud Milano ed essersi resa conto della sua fragilità – descritta in questo libro – ha contribuito a costituire il DESR, Distretto di Economia Solidale Rurale del Parco Agricolo Sud Milano e dal 2010 coordina la Filiera del Grano.

Daniela Ponzini è l’agronoma dell’Associazione Italiana Agricoltura Biologica che cura il protocollo della Filiera degli 11 grani. Nata a Milano, dove vive con marito, 4 figli e 2 gatti. Ha preso la passione per l’agricoltura dai nonni paterni, nelle campagne dell’appennino parmense. Ha studiato Agraria all’Università Statale di Milano e ha frequentato un master in progettazione e conservazione del giardino e del paesaggio, al termine del quale – però – ha capito che le interessava legare la sua professione al cibo e non al verde ornamentale. 
Nel 2003 il caso o il destino le fa incontrare AIAB (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica) e scopre così un mondo del tutto nuovo e sconosciuto, un approccio diverso alla terra e all’agricoltura, alla sostenibilità e alle relazioni. Tutto questo la appassiona, orienta il suo impegno, il suo lavoro e anche la vita. Nel 2011 ha scritto un piccolo manuale intitolato “La coltivazione di cereali minori secondo il metodo biologico nella Provincia di Milano”, a cura della Provincia di Milano e nel 2013 ha incontrato la Filiera del Grano del DESR-PASM, con la quale collabora come consulente tecnico. Da qui nascono l’esperienza degli 11 grani e anche alcune belle amicizie.

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