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Saldi: conto alla rovescia. Ogni famiglia sarda spenderà circa 175 euro

Confcommercio stima che in Sardegna si spenderà meno rispetto al resto d’Italia e che le vendite a causa di vari fattori, non decolleranno, la stagione dei saldi estivi è alle porte. Ecco qualche regola per non farsi truffare

 Scattano sabato 7 luglio i saldi estivi in Sardegna che proseguiranno fino a giovedì 30 agosto. Dopo una stagione primaverile “non proprio esaltante” dal punto di vista dei consumi di abbigliamento, calzature, pelletteria e accessori c’è attesa per questi saldi estivi che rappresentano un banco di prova per il dettaglio moda. Secondo le stime del centro studi regionale di Confcommercio, rispetto allo scorso anno ogni famiglia spenderà circa 175 euro, cifra inferiore rispetto alla media nazionale che si aggira intorno ai 227 euro. Pro capite nell’Isola si spenderanno circa 76 euro, 98 a livello nazionale.

“Le promozioni in qualsiasi periodo dell’anno e gli acquisti online non aiutano i nostri commercianti a recuperare i fatturati degli anni precedenti la crisi. Altro fattore determinante è l’assenza di controlli e regole certe per quanto riguarda l’abusivismo”, spiega il presidente regionale dell’associazione Alberto Bertolotti. “Chiediamo ormai da anni una revisione della normativa sulle vendite promozionali e incentivi al settore – osserva – gli strumenti attuali non bastano”. Anche per il Codacons “le vendite non decolleranno, a causa di una generalizzata diffidenza da parte delle famiglie che inciderà sulla propensione all’acquisto”. Quindi “buona affluenza nei primi giorni di saldi, ma sul lungo periodo le vendite deluderanno le aspettative”.

Nel frattempo Confcommercio ricorda alcune regole per la merce in saldo. “La possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto – dice l’associazione – non c’è obbligo della prova dei capi, ma il tutto è rimesso alla discrezionalità del negoziante, mentre le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante qualora sia esposto nel punto vendita l’adesivo che attesta la relativa convenzione”.

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