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Andrea Nicolò Staffa: sul set con passione e talento

Il cortometraggio “Polvere” di Paolo Carboni tratta un tema delicatissimo: la vicenda giudiziaria di Aldo Scardella interpretato da Andrea Nicolò Staffa

Andrea Nicolò Staffa ha coltivato la sua passione per il cinema fin dalla più tenera età, e col tempo questa passione ha continuato a crescere. A soli 22 anni, ha deciso di avvicinarsi al mondo della recitazione frequentando dei corsi. Il suo debutto cinematografico è avvenuto nel 2020 con il film “Il Muto di Gallura” diretto da Matteo Fresi, un sogno realizzato nonostante le sfide della pandemia. Interpretare il suo primo film in costume sardo e nella sua Sardegna è stato il punto di partenza della sua carriera.

L’anno successivo, ha recitato in un altro film diretto da Marisa Vallone, “La Terra delle Donne“, consolidando ulteriormente il suo percorso cinematografico.

Per Andrea, la chiave dell’essere un buon attore risiede nell’empatia e nella capacità di mantenere vivo lo spirito bambino. Un attore deve essere in grado di immergersi completamente nelle vite degli altri personaggi, mantenendo al contempo una leggerezza e un’incoscienza che consentano di divertirsi. Il suo consiglio per gli attori emergenti è di lasciarsi andare senza freni, di concentrarsi sulla qualità piuttosto che sulla quantità, di approfondire gli aspetti tecnici della recitazione attraverso lo studio, e infine di vivere pienamente, anche al di fuori delle regole, per arricchire la propria esperienza personale.

Polvere

Il cortometraggio del regista Paolo Carboni si basa su un tragico errore giudiziario avvenuto nel 1985 a Cagliari, dove Aldo Scardella, interpretato da Andrea Nicolò Staffa, viene erroneamente accusato di omicidio durante una rapina. Il 23 dicembre 1985, durante una rapina nei pressi della casa di Aldo, il commerciante viene ucciso e uno dei passamontagna dei rapinatori viene trovato vicino alla sua abitazione, portando ad incolpare Aldo per il crimine. Nonostante si sia sempre dichiarato innocente, Aldo trascorre sette mesi in isolamento carcerario prima di decidere di togliersi la vita nel luglio del 1986.

Per Andrea, interpretare un personaggio così significativo ha comportato una grande responsabilità. Nell’intervista, egli afferma di aver avvertito il peso della sofferenza di Aldo e delle conseguenze che questa ingiusta situazione ha avuto sulla sua famiglia. Andrea si sente responsabile non solo nei confronti di Aldo e dei suoi cari, ma anche di tutte le persone che hanno subito o stanno subendo una situazione simile di ingiustizia.

Andrea nutre la speranza di aver trasmesso un messaggio di speranza a tutte le persone che hanno attraversato o stanno attraversando situazioni simili di ingiustizia. In particolare, spera di aver offerto conforto alla famiglia di Aldo, facendo loro sentire la solidarietà e la vicinanza di tutto il cast.