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I videogiochi cambiano i modi di relazionarsi con gli altri e con la realtà

I videogiochi hanno superato la barriera dell’intrattenimento per diventare sofisticati strumenti di socializzazione e di progresso tecnologico

Segnala il fenomeno lo spagnolo El Paìs. I videogiochi presentano storie che cercano di educare o sensibilizzare i giocatori, generando empatia trascendendo lo scopo iniziale con cui sono nati settant’anni fa, il semplice intrattenimento. Ora, invece, sono capaci di “cambiare i modi di relazionarsi con gli altri e con la realtà” circostante.

Storicizza El Paìs: usualmente i videogiochi “sono stati associati all’immagine del bambino antisociale o dell’adulto disadattato”. Tant’è che “l’uso abusivo ha generato dipendenze pericolose come l’alcolismo o la tossicodipendenza”.

Ma niente di più errato, perché “l’industria è cresciuta fino a diventare un settore che genera più entrate di musica e cinema messi insieme. Presenta un fatturato che lo scorso anno si è attestato intorno ai 180.000 milioni di euro nel mondo. E, nonostante sia ancora lontana dalla televisione, mezzo di intrattenimento di massa per eccellenza, il business è in crescita”.

Le parole di Cabane sulla tecnologia

I giochi hanno lasciato i salotti delle case e sono stati introdotti nell’accademia, nella cultura, negli ospedali e in ogni angolo della società. “Sono il primo contatto che stabiliamo con la tecnologia e il primo modo in cui stabiliamo l’interazione uomo-macchina“. Così spiega al quotidiano Euridice Cabanes, filosofa della scienza specializzata nel settore. Sottolinea poi “I videogiochi hanno superato la barriera del tempo libero e permeano sempre più ambiti della società, come economia, salute, educazione”.

Insomma, questa dinamica con i videogiochi ha subito una spinta significativa nel 2020 perché in quell’anno, durante la pandemia di covid-19, “l’Oms ha raccomandato di rivolgersi ai videogiochi come via di fuga per migliorare la salute mentale in stato di reclusione in casa”. 

La tesi secondo cui possono essere benefici per la mente è stata supportata allora da uno studio dell’Università di Oxford, che ha mostrato una relazione tra tempo di gioco e benessere delle persone, secondo un sondaggio realizzato su oltre 2.700 persone. Perciò se i mondi virtuali erano sempre stati un rifugio per taluni giocatori, quel che accadde allora è stato un cambiamento radicale: quegli spazi virtuali non sono più stati motivo di vergogna. 

Cabañes sostiene che la realtà sarà “sempre più simile a un videogioco”. Motivo per cui se i videogiochi sono una chiave per i progressi tecnologici, la salute mentale, la socializzazione e la cultura, dove altro possono andare a parare? si chiede infine El Paìs, che conclude: “Motivo per cui “sempre più progetti utilizzano queste tecnologie per semplificarsi la vita”.

scritto da Marta Mastio su Unica Radio