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La corsa del virus West Nile

La febbre West Nile è una malattia provocata dal virus della famiglia dei Flaviviridae, isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, nel distretto West Nile (da cui prende il nome).

Il virus West Nile è diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America. I serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare (più frequentemente del tipo Culex), le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo. Desta preoccupazione la comparsa del virus in territorio italiano.

Il virus in Italia

Continuano a salire i casi di infezione da virus West Nile in Veneto, Padova è la provincia più colpita. I ricoverati risultano essere tredici; sei più gravi in terapia intensiva, un focolaio è stato riscontrato a Battaglia Terme. Contagiati due residenti; l’amministrazione comunale e l’azienda sanitaria locale hanno deciso di procedere con un intervento di disinfestazione. I casi sono aumentati anche nel Veneto orientale, analisi in corso da parte del Dipartimento di Prevenzione che ha inviato una lettera a tutti i sindaci affinché procedano con le disinfestazioni necessarie e adottino eventualmente provvedimenti specifici

Le similiraità tra West Nile e malaria

Il virus West Nile risulta essere simile alla malaria, la cui presenza è entrata prepotentemente nelle pagine della storia della nostra isola. Sono entrambe malattie trasmesse dalle zanzare e, a volte, entrambe possono essere potenzialmente pericolose per la vita. La lotta alla malaria in Sardegna durò dall’età liberale al dopoguerra.

La malaria nella nostra isola

Con il fascismo la lotta contro la malaria assunse un significato politico legato all’igiene razziale. Le bonifiche divennero un pilastro della propaganda. La “Legge Mussolini” del 1928 diede il via ad opere di risanamento nelle zone paludose nelle province di Oristano e di Sassari. Tra gli anni Venti e gli anni Trenta il Regime fondò i due centri di Mussolinia (la futura Arborea) e Fertilia attraverso un’opera di colonizzazione di contadini veneti e romagnoli.

Sardinia Project

Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale bloccò i progressi della lotta antimalarica, e riprese solo alla fine del conflitto, quando la Commissione di Controllo Alleata sperimentò l’uso del DDT per il debellamento delle anofele in Campania. Venne costituito il 12 aprile del 1946 a Cagliari l’ERLAAS (Ente Regionale per la Lotta Anti-Anofele in Sardegna). L’ERLAAS attuò il “Sardinia Project”: l’eliminazione della specie vettore della malaria. Nel 1951 la Rockfeller Foundation dichiara estirpata la malaria dalla Sardegna.

scritto da Marta Collu su Unica Radio