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Veronica Moi: “Con il mio lavoro vorrei migliorare la sanità sarda “

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Veronica Moi: "Con il mio lavoro vorrei migliorare la sanità sarda "
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Veronica Moi, ingegnera biomedica, pubblicista e studentessa magistrale in Ingegneria Clinica racconta i suoi propositi per migliorare la sanità, in particolare nelle aree interne della Sardegna. 

 

Veronica Moi, diplomata al liceo classico di Laconi, dopo aver concluso il suo percorso, ebbe da subito chiaro il suo obbiettivo. Lavorare nel mondo della sanità.

“Per me ingegneria biomedica è stata la scelta migliore, perché si compone di diversi ambiti che però collimano in un’unica direzione. Aiutare le persone.

Si è laureata in Ingegneria biomedica all’Università di Cagliari e oggi è laureanda in Ingegneria clinica all’Università di Trieste, oltre che giornalista pubblicista. Inoltre, collabora al progetto WeWomEngineers. La prima community europea di giovani ingegneri biomedici in cui svolge diverse attività, da quelle editoriali alla consulenza, all’orientamento. 

Il lavoro da ricercatrice

“In passato mi sono dedicata alla ricerca su due frangenti. Il primo, grazie alla tesi triennale, mentre il secondo nell’ambito della comunicazione della scienza”.

In particolare infatti, nella tesi triennale, si è occupata di elettrofisiologie del gusto. Lo scopo è stato quello di trovare degli algoritmi di intelligenza artificiale che potessero classificare i segnali elettrogustografici. Dunque, dato un segnale, in modalità automatica, l’obiettivo era quello di ottenere come risultato ad esempio dolce, aspro, salato, acido. 

Inoltre, dopo la laurea si è occupata di ricerca nell’ambito della comunicazione della scienza, a Trieste. “Ho partecipato in un progetto di ricerca in cui dovevo trovare nuove strategie di comunicazione”. Far emergere diversi aspetti, all’interno dei laboratori di ricerca. Non solo per chi è appassionato del settore ma anche per chi si avvicina al mondo della scienza.

Il legame con la sanità della Sardegna

“Ciò che mi piacerebbe portare alla sanità sarda è un miglioramento dal punto di vista processuale”

Da questo punto di vista, uno strumento utile è la telemedicina. “Ci sono tante sperimentazioni che si occupano di proporre nuovi schemi di medicina telespecialista, quello che ci manca è la fase finale.”

Questo si attua considerando non soltanto la vastità dell’innovazione tecnologica, ma anche se si analizza la quotidianità del paziente. Il suo obbiettivo è dunque quello di  migliorare la sanità. A partire dalle aree interne della Sardegna, in cui è profondamente compromessa. Si pensi alla mancanza di pediatri, e alla distanza dei piccoli centri dagli ospedali.

Uno stimolo per le giovani ricercatrici

“Alle ragazze che temono di non farcela, per paura, dico che è un sentimento normale quando intraprendiamo qualcosa di nuovo. Una paura dovuta all’incertezza“. Ma, le opportunità non mancano!”.

Per questo, conclude, pensate a una domanda: posso farlo al meglio?. Così si potrà capire se si è veramente disposti a iniziare un nuovo percorso. 

 

 

 

 

About Noemi Dessì

Ho 21 anni e sono una studentessa di Scienze della Comunicazione. Mi piace ascoltare musica,leggere, guardare film e serie TV.....ma sopratutto scrivere!

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