Alexa Unica Radio
Jarabe de Palo

Jarabe de Palo, gruppo spagnolo rock latino

Il frontman della band,nel 2015, ha accolto consapevolmente la sua malattia, un cancro al colon. Il 9 giugno 2020 Donés è morto a 53 anni

Jarabe de Palo, gruppo spagnolo rock latino, capeggiato dall’anno di fondazione fino al 2020 da Pau Donés, cantautore e chitarrista. Pau Donés fonda il gruppo negli anni novanta, il successo arriva con la canzone “La flaca“, scritta dopo un viaggio a Cuba e animata dalle sonorità e dai ritmi dell’isola. Proprio questo brano, nel 1996, ha portato il gruppo al successo in Spagna e all’estero.

Pau Donés, di origine montanuyense, ha lavorato con vari gruppi prima di realizzare il suo progetto con gli Jarabe de Palo. Dopo il grande successo del 1996 con “La flaca” l’anno successivo, a sorpresa, il disco ha venduto milioni di copie in tutto il mondo ed è diventa la canzone dell’estate 1997. Dopo avere conquistato la popolarità, Pau ha dimostrato al suo pubblico che non riguardava un semplice episodio fortunato. Infatti nel 1999 ha lanciato “Depende”, prodotto da Joe Dworniak dopo due mesi di lavoro negli studi Moody di Londra. Disco che ha annoverato collaborazioni importanti come quella di Ketama.

Depende” è una canzone del 1998 realizzata in collaborazione con Jovanotti. Inoltre rappresenta un invito a guardare il mondo con occhi nuovi e a cambiare prospettiva per scoprire la realtà anche nei suoi aspetti più inediti. Un vero e proprio inno al relativismo in un mondo dominato da certezze scientifiche e da uno sfrenato razionalismo, il testo della canzone ci ricorda che tutto è relativo. In particolare si tratta di riconoscere che ogni essere umano è necessariamente in relazione e la sua definizione “dipende” da quale legame decide in libertà di assumere come prospettiva di vita. Ovvero la nostra percezione della realtà cambia a seconda del punto di vista che assumiamo. Per cui prima di asserire che qualcosa è giusto o sbagliato dobbiamo provare a cambiare punto di vista, questo accogliendo la complessità che ne deriva come un valore.

Nel 2001 è esce “De vuelta y vuelta”, il disco in assoluto più profondo ed intimista. Anche questo vanta collaborazioni importanti come quelle di Antonio Vega, Jovanotti, Vico C e Celia Cruz. Nel 2003 il gruppo opera una nuova svolta verso canzoni più leggere e positive come “Bonito”, il primo singolo, allegro e coinvolgente.

In inverno, nel 2004, un tour a seguito dell’uscita di “Un metro quadrato” con la participazione di amici come Jorge Drexler. All’inizio del 2007 il gruppo ha presentato in Spagna il nuovo album Adelantando uscito il 10 di aprile dopo un periodo di promozione nelle radio ed il lancio del primo singolo “Olè”. Nel maggio dello stesso anno, un nuovo tour che è durato tutta l’estate con concerti in tutta Europa. Il secondo brano lanciato come singolo è stato Déjame Vivir, realizzato con la collaborazione de La Mari de Chambao. Un’altra canzone, “A tu lado” ha acquistato popolarità grazie ad alcuni spot pubblicitari radiofonici e televisivi di una nota catena di supermercati. “Adelantando” è uscito anche in Italia, anticipato dal singolo “Me gusta como eres”, realizzato nella versione italiana, “Mi piace come sei”, grazie alla collaborazione di Niccolò Fabi che ne ha interpretato anche una parte.

A metà del 2008, il gruppo apre la propria casa discografica, la Famiglia Records. Il primo album rilasciato sotto Tronco Records nel marzo 2009, è “Orquesta” reciclando 15 brani inediti. Il 1 marzo 2011 è uscito “¿Y ahora qué hacemos”, loro ottavo album. Il 5 novembre 2013, la data che indica l’uscita internazionale di “Somos”.

Il frontman della band non si è fatto scoraggiare da una vita difficile, segnata dalla dislessia e dal suicidio della madre quando aveva quindici anni. Questo grazie al suo carattere forte e il suo umorismo che lo hanno fatto rialzare anche nei momenti più difficili. In Italia ha cantato con l’amico Jovanotti, con Nicolò Fabi e coi Modà.

Nell’agosto del 2015 ha accolto consapevolmente la sua malattia, un cancro al colon, condividendo col pubblico la sua situazione e la sua debolezza. Un male oscuro, una battaglia che ha stremato e logorato il leader dei Jarabe De Palo. Si tratta di un carcinoma del colon-retto, ossia il tumore maligno più frequente originato nel colon, nel retto e nell’appendice. Con 610.000 morti all’anno nel mondo, è la terza forma più comune di cancro. È più frequente nei paesi sviluppati, dove si trovano oltre il 65% dei casi, ed è meno comune nelle donne rispetto agli uomini.

Solo tre anni fa, Pau Donés aveva celebrato i venti anni di carriera pubblicando un doppio album, 50 Palos. Album che comprende tutti i più grandi successi della band come Bonito, Grita e Agua al quale aveva fatto seguito un tour mondiale e un’autobiografia. Nonostante la malattia l’avesse costretto ad interrompere il tour, Donés non perse la sua positività e la sua energia, condividendo con molta forza il suo percorso con tutti quelli che negli anni lo avevano seguito e amato, sia attraverso i social con i quali ha documentato tutti i momenti della sua lotta, sia con un documentario intitolato Jarabe Contra El Cancer.

Nel 2017 è tornato a programmare concerti e nel 2018 in Italia. Il suo ultimo singolo “Todo lo que tu me das” è un inno di ringraziamento a tutti coloro che sono stati vicini al cantautore in quei tempi duri di malattia. In particolare alla figlia Sara, 16 anni, grande amore della sua vita.

Siamo abituati a venire ascoltati piuttosto che ascoltare. Ci piace molto chiedere e ricevere, molto di più che dare e raramente diamo senza sperare nulla in cambio. Ultimamente a me è successo tutto il contrario: ho ricevuto molto senza chiedere né sperare nulla. Cose buone, molto buone: tenerezza, affetto, rispetto, amore, da persone che conoscevo e che non conoscevo, queste le parole di Pau Donés, in una nota che ha accompagnato il lancio del suo singolo”.

Il cantautore era impegnato nel sociale. La scorsa estate è volato in Nepal per aiutare un’associazione non governativa a trasportare medicine e altri beni di prima necessità da un villaggio all’altro.

Donés, leader dei Jarabe de Palo, è morto il 9 giugno all’età di 53 anni. La notizia ha commosso i fan di tutto il mondo, non soltanto in Spagna dove il cantante era conosciuto grazie ai successi mondiali come La Flaca, Depende, Grita, Agua e Bonito. Canzoni che hanno fatto sognare intere generazioni nel passaggio di millennio e nei primi anni del duemila.

A comunicare la notizia la famiglia Dones Cirera che ha voluto ringraziare l’equipe medica e tutto il personale dell’ospedale de la Vall di Hébron, l’ospedale Sant Joan Despí Moisès Broggi, l’Istituto Catalano di Oncologia. “Chiediamo il massimo rispetto della privacy in questo momento difficile, si legge nel messaggio diffuso dalla famiglia di Pau”. In piena pandemia, Pau Donés era tornato con una nuova canzone ,”Vuelvo“, perché “la musica è tornata nella mia testa”. In un video girato fuori al balcone di casa era apparso molto dimagrito e stanco, ma con la solita energia e l’immancabile chitarra al collo.

“Torno, perché la musica è tornata di nuovo nella mia testa -commentava Dones-, torno perché è tempo di condividere ancora i nostri sentimenti, torno perché tornare su un palco è la sola cosa a cui penso, torno per essere quello che ho sempre voluto essere”.

Tra le sue ultime apparizioni in pubblico, un concerto a Barcellona a fine 2019 per raccogliere fondi per l’Istituto di oncologia Vall d’Hebrón. Durante l’epidemia, ha donato 2.500 mascherine a un altro ospedale pubblico, il Moises Broggi.

Tanti gli artisti che hanno ricordato Donés, tra questi Jovanotti, Francesco “Kekko” Silvestre, cantante dei Modà, Ermal Meta e i Nomadi.

“Ho appena saputo della morte di Pau Dones, è una notizia tremenda, ci eravamo scritti tre giorni fa e come al solito era lui a rassicurare me. Mi mancherai tantissimo amico e maestro, niente cancellerà i momenti bellissimi vissuti insieme, la bella musica, le mangiate e le bevute, le chiacchierate infinite, la forza che ci siamo dati reciprocamente. Conoscerti ed esserti amico è stato un grande regalo, il ricordo di Jovanotti sui social”.

“Se ne va un pezzo di cuore, un pezzo di storia della mia vita, musicale e non che difficilmente potrò dimenticare. Ero preparato, ormai erano settimane che lo ero. Ho vissuto questi ultimi due mesi sperando in un miracolo, ma niente – Francesco “Kekko” Silvestre, cantante dei Modà-, chi mi conosce un po’ sa che non ho molti amici, anzi ne ho davvero pochissimi, quelli giusti, quelli che come me l’amicizia la coltivano. I miei rapporti nel mondo dello spettacolo stanno quasi a zero. Se chiamo qualcuno “amico” o “fratello”, lo è per davvero. Non mi sono mai interessati i rapporti di circostanza, anche se a volte possono servire, a me non interessano, non mi servono. Vivo una vita talmente normale che a volte chi mi dice che sono un personaggio del mondo dello spettacolo faccio fatica a seguirlo”.

Kekko dei ModàPau Donés degli Jarabedepalo erano grandi amici. Hanno collaborato più volte, come ad esempio per il singolo dell’artista milanese “Come un pittore“. La forte amicizia tra i Modà e gli Jarabe De Palo ha dato vita a numerosi duetti: il più famoso è sicuramente “Come un pittore/Como un pintor” (2012), singolo estratto dal quarto album del gruppo di Kekko Silvestre “Viva i romantici”. Nel 2014 Kekko e Pau si sono ricambiati il favore: il primo ha cantato su “Oggi non sono io”, presente nell’edizione iTunes di «Somos”. Mentre il secondo è intervenuto su “Dove è sempre sole”, canzone contenuta in “Gioia”. Nel 2017 Kekko è tornato nuovamente in studio per interpretare “Fumo”, brano che apre “50 Palos”.

“Nel 2012 successe qualcosa di straordinario. Il disco di “Viva i romantici” raggiunse risultati incredibili e mi chiesero di fare un ultimo singolo in duetto con un artista scelto da me -conclude Kekko-, la canzone in questione era “Come un pittore” e la mia scelta, in realtà fu più un desiderio, fu Pau. Lo contattarono, accettò e arrivò in Italia con i suoi capelli lunghi e quell’allegria contagiosa. Me lo trovai davanti, uno dei miei idoli cantava con me una mia canzone e gli piaceva pure tantissimo. Sognavo ad occhi aperti. Fu un successo strepitoso e se posso essere sincero fu solo grazie al suo contributo che quel brano esplose”.

“Eri e rimani l’essere umano più delicato e gentile che abbia mai conosciuto -Ermal Meta-, mi sento fortunato ad aver condiviso una piccola parte di me con te. Mi chiedesti cosa ti piacesse della tua voce nella mia canzone e ti dissi che cantavi con la voce di un adulto, ma con l’intenzione e la purezza di un bambino. Sorridesti. Sono grato al destino di avere incrociato le nostre strade anche se oggi il dolore è un boccone troppo amaro da ingoiare. Fai buon viaggio Pau, ovunque tu vada. Ti voglio bene”. “È stato un onore averti avuto nella nostra grande famiglia Nomade -Beppe Carletti, Nomadi-, ciao Pau, salutaci le stelle”.

About Isabella Murgia

Isabella Murgia nata a Sassari, ma vivo a Cagliari dalla quinta elementare. Diploma di Liceo scientifico, laurea triennale in filosofia. Passione per il giornalismo e l'informazione.

Controlla anche

Sa Carrela ‘e nanti, cosa è il Carnevale Storico Lussurgese

Sa Carrela ‘e nanti 2024: le novità e il programma del Carnevale storico Lussurgese in …