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Impatto Teatro: “La Sigaraia”

Impatto Teatro presenta “La Sigaraia. Una popolana nei quartieri popolari”: sabato 24 e domenica 25 settembre a Cagliari.

“Come in un film storico c’è una protagonista che viene dal passato. Appare con il suo costume inizio ‘900… Lei è la lavoratrice per eccellenza, il simbolo di maestria e precisione, ma anche della rivoluzione che nel 1906 sconvolse Cagliari e la Sardegna. Lei è una sigaraia!”
Karim Galici
La “Storie di Manifattura” sbarcano a Is Mirrionis e a Sant’Elia. S’intitola “La Sigaraia. Una popolana nei quartieri popolari” la performance ideata e diretta da Karim Galici. Che andrà in scena domani sabato 24 settembre al Mercato di via Quirra e domenica 25 settembre dalle 11 alle 13 al Mercato di Sant’Elia a Cagliari. E vedrà protagoniste Adriana Monteverde, Anna Cardis, Daniela Mormile, Chiara Cocco, Cristina Copez e Angelica Adamo in abiti d’epoca. Per evocare le operaie dell’antico opificio (accanto a Gianluca Picciau nel ruolo di un impiegato), come fantastiche “apparizioni” tra i banchi e le merci esposte. Per incuriosire e affascinare la folla di venditori e acquirenti in uno dei luoghi caratteristici della città.

Viaggio nella memoria della città

La Sigaraia. Una popolana nei quartieri popolari” è in programma domani sabato 24 settembre dalle 11 alle 13 al Mercato di via Quirra e domenica 25 settembre dalle 11 alle 13 al Mercato di Sant’Elia a Cagliari. Nell’ambito del progetto “Storie di Manifattura” 2022 a cura di Impatto Teatro. Tra i banconi e le merci esposte, si aggireranno le operaie dell’antico opificio, in abiti d’epoca, mescolandosi alla folla di venditori e acquirenti. Fantastiche e suggestive “apparizioni”, donne e ragazze idealmente sfuggite dalle pagine di un libro o da una fotografia in bianco e nero.
Le creature dell’immaginario interpretate da Adriana Monteverde, Anna Cardis, Daniela Mormile, Chiara Cocco, Cristina Copez e Angelica Adamo si materializzeranno a sorpresa tra gli abitanti e i tanti frequentatori del borgo dei pescatori in riva al mare. Accanto a loro, a completare l’illusione di un salt o indietro nel tempo, fino ai primi del Novecento, anche Gianluca Picciau nei panni di un impiegato. Oltre alle sigaraie, che con le loro dita agili e sottili separavano le foglie e curavano le varie fasi della preparazione dei preziosi sigari, nella Manifattura lavoravano anche artigiani e operai, dirigenti, impiegati e contabili. Con mansioni che sono via via mutate con l’evoluzione tecnologica e la trasformazione degli impianti.

Nell’atmosfera lieta e serena di una giornata di festa, i sette performers regaleranno istanti di emozione e meraviglia

Attraverso la magia del teatro e della danza. In una sorta di artistico “flash mob” facendo rivivere fuori dai cancelli dell’ex Manifattura Tabacchi, nel cuore di Is Mirrionis e nel suggestivo rione affacciato sul mare, frammenti di storie vere o inventate. Ispirate ai documenti e alle testimonianze di coloro che hanno conosciuto da vicino, se non direttamente, attraverso i racconti delle loro madri, mogli e sorelle la realtà della fabbrica di sigari e sigarette.
Le “incursioni” nei diversi quartieri cagliaritani, da Sant’Elia a Is Mirrionis, San Michele, C.E.P. e Sant’Avendrace si inseriscono nell’articolato progettoStorie di Manifattura” 2022. Con la direzione artistica di Karim Galici dedicato all’imponente esempio di architettura industriale sorto nella seconda metà del Settecento sulle rovine di un Convento dei Francescani, distrutto durante un assedio dagli spagnoli. E più volte ampliato e rimodernato tra Ottocento e Novecento, fino alla definitiva chiusura nel 2001, per essere poi ripensato come Fabbrica della Creatività.
Tra le iniziative e le “azioni” del progetto, che punta a lasciare un segno e una eredità durevole attraverso l’intreccio tra arte e tecnologia, le “apparizioni” delle sigaraie. Simbolo di emancipazione femminile (quasi) ante litteram, che grazie al loro lavoro non solo potevano dare un contributo importante al mantenimento delle rispettive famiglie. Ma anche acquistare una embrionale coscienza di classe e una maggiore consapevolezza di sé. L’abilità manuale, la precisione, la velocità sono qualità preziose. Ma all’interno della Manifattura Tabacchi si rafforza la solidarietà. Ci si aiuta e sostiene a vicenda, alternandosi e affiancandosi nei lunghi turni di lavoro, ma anche nella nursery, dove i bambini trascorrono i primi mesi come fratelli di latte. La modernità, a Cagliari come altrove, passa anche dall’attività in fabbrica, con la partecipazione ai primi scioperi e alle manifestazioni di protesta. Come la rivolta del maggio 1906.

“La Sigaraia. Una popolana nei quartieri popolari” trasporta le antiche operaie nel presente

Figure dell’immaginario, raccontate da scrittori come Sergio Atzeni e Francesco Abate. Le sigaraie si mostrano a sorpresa tra i loro concittadini, interagiscono, mettendosi perfino in fila e facendo le loro compere come normali clienti (così come il loro collega). Non fosse per l’anacronismo dei vestiti e delle acconciature, chiari rimandi alla temperie di inizio Novecento. Nelle loro “apparizioni” vibra però l’anima autentica e popolare della città, il coraggio e la determinazione delle donne. Che superando stereotipi e pregiudizi hanno deciso di farsi strada nel mondo. Conquistando e riaffermando attraverso il lavoro, faticoso ma comunque retribuito, seppure non sempre adeguatamente, la propria dignità e la propria libertà.
«La sigaraia è per me uno dei simboli veraci della cagliaritanità, dell’essere casteddai, dell’avere l’umiltà per fare lavori pesanti. Ma anche la forza di ribellarsi se ci sono delle ingiustizie». Afferma il regista Karim Galici. «Lei è la lavoratrice per eccellenza, il simbolo di maestria e precisione. Ma anche della rivoluzione che nel 1906 sconvolse Cagliari e la Sardegna. Attraverso diverse testimonianze ci siamo resi conto che il punto di partenza prima di entrare in fabbrica era spesso la povertà. Situazioni difficili che portavano anche le donne del tempo a rimboccarsi le maniche e lavorare per mantenere la famiglia.
Da qui l’idea di portare le lavoratrici della fabbrica in giro per i quartieri popolari. Nelle periferie di oggi, che non sono geograficamente le stesse della prima parte del ‘900. Ma tengono lo stesso carattere e stile. Con i mercati e le donne cariche di buste della spesa, i gruppi di uomini fuori dai bar e le voci sguaiate che echeggiano nelle vie. I bambini che giocano a pallone nelle piazze e gli spazi di campagna a segnalare la fine o l’inizio della città. Quartieri generalmente poveri e spesso trascurati. Ma anche ricchi di genuinità e ironia dove la sigaraia e le sue colleghe troveranno l’ambiente giusto per rivivere con i loro movimenti e le loro storie».

Lo spettacolo

La sigaraia e le sue colleghe appaiono quando meno te l’aspetti e portano con sé un’atmosfera dei primi del ‘900. Saranno i loro costumi o la scia di musica che fuoriesce non si sa da dove, saranno le loro gestualità o il loro modo di parlare, saranno quegli sguardi e quel modo di guardare le cose, che ci appaiono come fuori dal tempo e dallo spazio. Poi però ci sono dei momenti in cui le vediamo all’opera con movimenti quotidiani. Come fare la spesa o dialogare con un passante. E tutto diventa “naturale”. Sono in grado di integrarsi totalmente nella comunità sino a quasi scomparire.
Ogni sigaraia, da buona popolana, può parlare la stessa lingua del popolo senza perdere mai la propria dimensione di poesia e memoria.

Storie di manifattura 2022

«“Cosa si nasconde dietro quel cancello?” Da bambino mi sono fatto tante volte questa domanda vedendo uno spazio tanto vivo, quanto misterioso e invalicabile. Come tanti cagliaritani ho scoperto i suoi spazi e le sue storie solo dopo la chiusura della “fabbrica di sigarette”. La Manifattura tabacchi era soprattutto per i residenti del quartiere Villanova un luogo tanto familiare quanto chiuso. Una città nella città». Ricorda il regista Karim Galici.
E aggiunge: «Dentro quei capannoni ci sono storie di riscatti sociali e amori, di scioperi e duro lavoro, di odio e tenerezza, di donne e uomini. Un luogo che ha plasmato profondamente le vite di chi li dentro ha vissuto, come il tabacco che lì veniva trasformato. Storie di manifattura. Mani pregiate per lavorare la materia prima come tanti artigiani che erano presenti in città e non ci sono più. Donne operaie che con orgoglio guadagnavano la loro indipendenza economica come avevano fatto Is Panetteras nello stesso quartiere. Biddanoa – come viene chiamata in sardo, con il probabile significato di città nuova – è sempre stata radicata nella tradizione e pronta a sbocciare verso il futuro. Sa Manifattura e il suo quartiere custodiscono ricordi e segreti che ancora in pochi sanno».
Storie di Manifattura” – spiega Galici – «vuole partire da queste storie rendendo protagonisti gli ex lavoratori della fabbrica e gli abitanti della città per poi dirigersi verso la nuova anima da “fabbrica della creatività”. Un connubio di teatro, danza, musica, video e nuove tecnologie. Tutte le componenti insieme per rendere la centralità ad un luogo importantissimo per Cagliari, facendolo vivere com’era e come sarà. Storie di Manifattura per creare un racconto della città. Un evento itinerante e site specific che lasci in eredità per sempre una mostra fatta di arte e innovazione. Come un documentario immersivo, come un viaggio nella storia attraverso il futuro».
Storie di Manifattura” 2022 – conclude Karim Galici – «propone esperienze immersive fatte di arte e innovazione per valorizzare e promuovere un bene culturale pubblico. Nuove modalità di spettacolo per favorire la ripresa del settore culturale (direttamente connesso con il turismo) in un luogo che ha già dimostrato di sapersi rigenerare nella sua storia. Un format originale sui luoghi, che punta a valorizzarli per promuovere il territorio a livello regionale, nazionale e all’estero. Grazie alle innovazioni uniche a livello internazionale e agli artisti che verranno a Cagliari da diverse parti del mondo. Il programma 2022 – che chiude un triennio di lavori e ricerche – è concepito come un viaggio creativo nella storia attraverso il futuro».
Tra i prossimi step, la creazione a Sa Manifattura di un Percorso Augmented Reality per offrire ai visitatori un itinerario tra fantasia e memoria. Attraverso cui approfondire la storia dell’antico opificio. Una serie di workshops dedicati alle arti della scena, una residenza creativa con la partecipazione di artisti provenienti dall’Europa e dal mondo. E un evento multidisciplinare site specific. Tra gli obiettivi quello di restituire ai cagliaritani (e ai turisti) un luogo significativo come l’ex Manifattura Tabacchi, attraverso le varie stratificazioni e facies architettoniche, nel corso dei secoli, sposando la dimensione esperienziale e interattiva con la ricostruzione dei fatti storici cui si legano strettamente le vicende individuali dei protagonisti, in una sorta grande affresco corale e multimediale tra passato, presente e futuro.

About Laura Piras

Studentessa della facoltà di Scienze Politiche. Vivo a San Sperate, un paese a circa 20 minuti da Cagliari. Mi piace seguire l'attualità e discuterne. Sono impegnata nel mondo del volontariato da circa 4 anni presso un'associazione di soccorso.

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