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Farmaci antivirali: il loro utilizzo contro il Covid-19

Farmaci antivirali: “Anticiparne l’uso garantirebbe inferiore progressione dell’infezione, maggior recupero, minori ospedalizzazioni e ricoveri in terapia intensiva”

Farmaci antivirali e Covid-19: “Anticiparne l’uso garantirebbe inferiore progressione dell’infezione, maggior recupero, minori ospedalizzazioni e ricoveri in terapia intensiva

È stato appurato che l’utilizzo di farmaci antivirali sia più efficace se effettuato sin dalle prime fasi dell’insorgenza dell’infezione da COVID-19. Ad oggi la terapia antivirale viene somministrata solo in ospedale e in fasi più avanzate della malattia. Evidenze cliniche hanno dimostrato come un uso anticipato di questi farmaci porterebbe ad una riduzione della progressione dell’infezione, una velocità di recupero maggiore, un minor ricorso all’ospedalizzazione e quindi una riduzione dei ricoveri in terapia intensiva.

Motore Sanita: organizzato un nuovo webinar

Con l’obiettivo di approfondire la tematica insieme a clinici, decisori, economisti sanitari e società scientifiche, Motore Sanità ha organizzato il webinar ‘IMPATTO ORGANIZZATIVO DELLE TERAPIE PER LA CURA DELL’INFEZIONE VIRALE DA COVID’. Realizzato grazie al contributo incondizionato di GILEAD. “A distanza di più di 12 mesi dall’inizio della pandemia da SARS-CoV-2, non abbiamo a disposizione una terapia capace di eradicare l’infezione. Il trattamento dipende molto dallo stadio e dalla gravità della malattia. 

Fra i vari farmaci antivirali testati, remdesivir, è ancora l’unico farmaco antivirale approvato dalle agenzie regolatorie (FDA, EMA, AIFA). Negli studi registrati ad oggi, il farmaco ha dimostrato di determinare un più rapido recupero clinico rispetto al gruppo placebo. Promettente sembra essere l’uso degli anticorpi monoclonali che però devono essere usati nei primi 2-5 giorni dell’infezione.

Nel prosieguo della malattia si ipotizza che non sia tanto l’azione del virus a produrre l’evoluzione del quadro clinico quanto piuttosto uno stato iperinfiammatorio e di ipercoaugulabilità. In questa fase, i farmaci antiinfiammatori, immunomodulatori, anticoagulanti (e/o una loro combinazione).

AIFA: le sperimentazioni cliniche

In Italia, è AIFA che ha il compito di valutare tutte le sperimentazioni cliniche con nuovi farmaci anti SARS-CoV-2. Il numero delle sperimentazioni è in costante crescita. 

“L’Italia si trova in prima linea negli sforzi per comprendere, prevenire e trattare questa infezione pandemica”, ha dichiarato Anna Maria Cattelan, Direttore Reparto Malattie Infettive e Tropicali AOU Padova.

Farmaci antivirali: valutazione

Di recente  si è svolta una valutazione del possibile impatto dell’utilizzo dei farmaci antivirali. Questo studio ha mostrato dei benefici nella riduzione di occupazione delle terapie intensive.

I risultati mostrano come l’impiego di tali farmaci permetterebbe, su 20 settimane, di salvare circa 13000 vite, occupare circa 9000 terapie intensive in meno e di ottenere risparmi pari a 400 milioni di euro.

Le strategie terapeutiche

Oggi ci si pone in primis l’obiettivo di escogitare strategie terapeutiche dotate di farmaci volti a diminuire la pressione sulle terapie intensive ed il tasso di mortalità”, ha spiegato Matteo Ruggeri, Ricercatore Centro Nazionale di HTA. 

Per i pazienti che possono beneficiare di queste terapie, come i farmaci antivirali, rimane la necessità di garantirne l’accesso nei tempi indicati dal registro AIFA (entro i 10 giorni dall’insorgenza dei sintomi). Ciò avviene: attraverso protocolli terapeutici, attraverso il coinvolgimento della medicina territoriale per l’identificazione del paziente, attraverso l’estensione della prescrivibilità delle strutture ospedaliere.

Nuovi delivery form di remdesivir e nuovi farmaci antivirali contro COVID19 sono in sviluppo.

About Stefania Crobu

Studentessa di Beni culturali e spettacolo. Appassionata di arte, cinema, musica, sport e cucina.

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