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audiomedical gilberto ballerini tre 1851
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Ballerini: «Più italiani con disturbi dell’udito: fare prevenzione»

Promuovere la cultura del buon udito si può e si deve: ecco i consigli per salvaguardare l’apparato uditivo.

Secondo le ultime stime Censis sul deficit uditivo, in Italia circa 7,3 milioni di persone soffrono di ipoacusia, la riduzione o la perdita dell’udito. Un problema che non colpisce solo gli appartenenti alla terza età, per cui la presbiacusia è un fenomeno legato all’invecchiamento. Infatti esso interessa anche le fasce più giovani.

«Ne è colpito circa il 12% della popolazione. Tuttavia trattandosi di dati in costante aumento fondamentale è seguire i corretti accorgimenti per prevenire il disturbo e saperne individuare i primi segnali», esordisce il dott. Gilberto Ballerini, tecnico audioprotesista, titolare di Audiomedical di Pistoia, storica attività da 40 anni leader nel settore sanitario delle protesi acustiche.

Prevenzione primaria

Il Dott. Ballerini spiega che la prevenzione primaria è considerata il presupposto per una cultura del buon udito. «Esistono condotte che la persona dovrebbe osservare per salvaguardare questo importante apparato. E’ raccomandato, ad esempio, non frequentare a lungo ambienti rumorosi e, se non è possibile evitarli, è bene proteggersi con dispositivi come cuffie o soppressori di rumore. E’ preferibile non ascoltare a lungo musica a volume troppo alto e riparare la testa durante le attività sportive; meglio, poi, evitare l’uso di corpi estranei o saponi non idonei per la pulizia del condotto uditivo, i primi rischiano di causare la perforazione del timpano, i secondi potrebbero accumularsi nel canale; in caso di patologie dell’orecchio esterno come otiti o infezioni è bene fare attenzione a non bagnare il condotto, così come è preferibile non assumere farmaci ototossici senza la prescrizione medica. Tra le linee guida, infine, è consigliata un’alimentazione sana, limitando alcool e fumo».

Prevenzione secondaria e terziaria

Le prevenzioni secondaria e terziaria, invece, riguardano la malattia riconosciuta o in stato avanzato: «La prevenzione secondaria attiene alle attività utili a raggiungere una diagnosi di perdita uditiva in tempi brevi e delineare le strategie per intervenire precocemente evitando che il danno si manifesti in termini di disagio o di handicap. In questo caso è sempre opportuna una diagnosi del medico otorino per valutare il percorso più idoneo. Nella prevenzione terziaria, la malattia cronica viene trattata allo scopo di prevenire ulteriori problemi di carattere psicologico o sociale, come l’insorgere di ansia, insicurezza o introversione, valutando le reali possibilità di recupero del paziente o la necessità di ricorrere, se la terapia protesica non fosse sufficiente, alla chirurgia».

Sintomi della perdita dell’udito

Il calo dell’udito si manifesta senza dolore e in molti casi in maniera graduale. Ecco perché è bene saper identificarne i sintomi. Quando sentiamo poco i suoni acuti come sveglie, campanello di casa o trillo del telefono, quando cominciamo a perdere qualche parola e chiediamo al nostro interlocutore di ripeterla, quando abbiamo difficoltà a seguire conversazioni in ambienti rumorosi o affollati, oppure discorsi durante le conferenze. Ecco, quando sorge il dubbio che il proprio udito stia peggiorando è il momento di sottoporsi a un controllo audiometrico. Valutare se esiste la perdita, la sua entità e se è il caso di approfondire presso un otorino.

Ricorrere all’intervento di un audioprotesista, spesso è il primo passo per risolvere il disagio. «È la figura professionale che si prende in carico il problema della persona. Valutando non solo le sue necessità, ma anche le sue abitudini di vita e il suo profilo psicologico e cognitivo, in un percorso che dà priorità alla persona rispetto alla scelta dell’apparecchio acustico da adottare. Sono convinto, infatti, che il ruolo centrale del paziente non debba mai venire meno perché la parola e la capacità di ascolto sono dei valori che gli permettono di comunicare, esprimere se stesso, far parte della comunità. E mantenere in buono stato l’udito è garanzia di una buona salute globale».

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