Il Covid colpisce le famiglie anche nei conti in banca. E così circa 50mila persone nelle provincia di Cagliari si sono rivolte alla Caritas diocesana.
Sono i dati più drammatici della crisi, accentuata dalla diffusione del coronavirus.Iillustrati nel dossier “Luci di carità in tempi di pandemia”. Presenti tra gli altri anche l’arcivescovo di Cagliari Giuseppe Baturi. E il responsabile territoriale della Caritas don Marco Lai.
Il documento spiega che sono mutati i volti della povertà. Oltre alla netta preponderanza di italiani che hanno presentato domanda per le provviste alimentari (5.007 persone, pari all’80,94%). Si sono viste nuove figure professionali, come piccoli commercianti, artigiani, operai e impiegati. Che hanno perso il lavoro. Cassintegrati che hanno dovuto aspettare mesi prima di ricevere i sussidi, ambulanti, lavoratori in nero. Persone che prima comunque riuscivano a sbarcare il lunario senza dover ricorrere alla solidarietà della comunità.
Gli stranieri che hanno fatto richiesta della spesa durante l’emergenza Covid-19 si sono attestati a 1.112, per il 17,98% rispetto al totale.
Hanno usufruito della consegna viveri etnie minoritarie, come la comunità Rom, e sono stati serviti numerosi nuclei familiari appartenenti alla comunità filippina, realtà ben radicata nel territorio cagliaritano. Dal 6 aprile al 30 giugno sono stati globalmente aiutati 3.127 nuclei familiari, per un totale di 22.265 persone raggiunte comprendendo tutti i ritiri effettuati; 6.186 le spese consegnate, di cui il 76,75% (4.748) a domicilio nel territorio della Diocesi e della provincia di Cagliari.
A questa iniziativa straordinaria si somma l’attività ordinaria svolta dalla Caritas diocesana nei Centri d’ascolto e nei diversi servizi che non hanno mai chiuso ma, anzi, hanno dovuto lavorare ancora di più.