Il teatro; un contenitore alchemico dove la materia ‘umana’ subisce una profonda trasformazione e si sublima in un gesto, in una parola, in un silenzio, in una nota. -Ma, il teatro è destinato a scomparire?
-Sì.
Scompare in ogni istante in cui neghiamo l’essere. Il teatro scompare nel momento in cui rimane solo il ‘non essere’. Il teatro è un atto personale dedicato alla collettività. Un atto di amore che solo un amante può donare alla sua amata.
-Come tenerlo in vita?
-Troppo tardi. Troppo stupidi.
Forse, ritrovando la forza catartica nella contemporaneità e non imitando le gesta spente del passato. Forse, dando nuova vita a tutti gli attimi morti nell’attesa. Forse, permettendo a noi stessi di osare la fuga da questo insolito destino che ci imprigiona o forse, semplicemente gioendo di questo insolito miracolo.