Le pratiche sostenibili dell’agricoltura biologica riducono l’impatto ambientale, tutelano la biodiversità e aiutano a contrastare gli effetti del clima estremo. La chiave? Investire nella ricerca scientifica.
Il caldo estremo e la scarsità d’acqua che stanno colpendo sempre più spesso i territori agricoli italiani mettono in evidenza l’urgenza di un cambio di paradigma. L’agricoltura biologica, secondo quanto emerso dal recente convegno “L’ortofrutticoltura biologica – l’innovazione e la sfida della produttività, il mercato e la competitività” tenutosi il 1° luglio a Manta (Cuneo), è uno degli strumenti più efficaci per contrastare i cambiamenti climatici.
In prima linea nel dibattito nazionale il Distretto Biologico Regionale “Sardegna Bio”, rappresentato dal presidente Andrea Campurra, anche in qualità di presidente della Rete nazionale dei Distretti Biologici. “Il bio funziona, ma va sostenuto con investimenti concreti nella ricerca scientifica”, ha dichiarato Campurra.
Le pratiche agroecologiche e biologiche non solo riducono l’uso di sostanze chimiche e le emissioni di gas serra, ma favoriscono il sequestro del carbonio nei suoli, rendendoli più resilienti agli eventi climatici estremi. Inoltre, favoriscono la biodiversità e migliorano la qualità delle produzioni agricole.
Tuttavia, per affrontare le sfide future, serve un deciso investimento nella ricerca applicata. Le colture biologiche devono poter resistere a temperature sopra la media e a fenomeni come la siccità. “Per questo – spiega Campurra – è fondamentale un sostegno istituzionale continuo. Solo così possiamo raggiungere gli obiettivi del Green Deal Europeo, che prevede il 25% di superficie agricola biologica entro il 2030.”
Il Distretto Sardegna Bio, grazie all’iniziativa “Bio in tour”, sta portando il messaggio del biologico in tutta Italia, coinvolgendo produttori, consumatori e istituzioni. Il direttore Aldo Buiani sottolinea come lo sportello consulenziale stia facendo chiarezza su tanti aspetti tecnici e pratici legati al bio, portando sempre più persone ad avvicinarsi a questa modalità produttiva sostenibile.
“Il cambiamento è in atto – spiega Buiani – e la rete dei produttori continua a crescere. La nostra missione è accompagnare questa transizione, affiancando l’innovazione alla tradizione agricola.”