
Un’intervista esclusiva con una leggenda del cinema italiano, Fabio Testi. La rubrica “Ciak in Sardegna” di Unica Radio ha accolto l’attore in occasione del Sardegna Film Festival. Durante l’incontro si è parlato della sua carriera, ma anche delle sfide attuali del cinema italiano e sardo.
Ai microfoni di Unica Radio l’attore Fabio Testi, intervistato da Luca Lobina al Sardegna Film Festival, che si è svolto dal 19 al 22 Giugno 2025 presso il Forte Village di Pula. L’intervista rientra nella rubrica di Unica Radio Ciak in Sardegna, condotta da Marinella Frau e Luca Lobina. Ogni martedì il podcast offre uno sguardo approfondito sulla scena cinematografica sarda, ospitando registi, attori e professionisti del settore audiovisivo isolano.
La Sardegna, un set perfetto
Fabio Testi ha ricordato con piacere le sue esperienze di lavoro nell’isola, risalenti a molti anni fa. Tra i film girati, ha citato Giochi d’estate con Corinne Clery, definendolo “bellissimo”. Le riprese si svolsero tra villaggi e coste interne, con paesaggi “stupendi e meravigliosi”. L’attore ha sottolineato come la varietà dei luoghi renda la Sardegna ideale per le produzioni cinematografiche.
I costi troppo alti e la fuga delle produzioni
Nonostante il grande potenziale, le produzioni spesso scelgono altri Paesi come la Tunisia o l’Est Europa. Secondo Testi, il problema principale sono i costi troppo alti per girare in Italia. Leggi restrittive e sindacati aumentano le spese. Oggi, girare in digitale è più economico rispetto al passato. In più, l’intelligenza artificiale consente di creare ambientazioni virtuali, riducendo la necessità di location reali.
Cinema italiano in crisi
Un altro ostacolo è l’assenza di un mercato interno solido. I film italiani sono spesso oscurati da quelli americani. Mentre un film statunitense può costare fino a 150 milioni di dollari, in Italia il budget medio non supera i 3-4 milioni. Testi ha proposto leggi simili a quelle francesi, dove ogni film americano paga una tassa per finanziare il cinema locale. Secondo lui, l’Italia è diventata una “colonia cinematografica”, dominata da produzioni straniere e messaggi distorti.
L’intelligenza artificiale tra minaccia e opportunità
Parlando di nuove tecnologie, l’attore ha sottolineato che il progresso non si può fermare, ma deve essere gestito. L’AI potrebbe ridurre alcuni posti di lavoro, ma ne può creare di nuovi, soprattutto nel campo della tecnologia. Testi ha paragonato l’intelligenza artificiale alla bomba atomica: utile se usata bene, distruttiva se mal gestita. Ha espresso preoccupazione per la velocità con cui sta avanzando. Alcuni cortometraggi sono ormai interamente realizzati con AI, capaci di imitare perfettamente voci e volti. Per affrontare questo cambiamento, serve formare i giovani, a partire dalle scuole elementari, come già accade in Cina.
Gli attori sardi e le difficoltà di emergere
Luca Lobina ha chiesto a Testi se, come molti attori sardi, abbia dovuto lasciare la sua terra per trovare lavoro. L’attore ha raccontato di essere nato sul lago di Garda e di aver iniziato prestissimo, facendo la comparsa in film di pirati. Ha spiegato che, per fare questo mestiere, bisogna andare dove si produce davvero cinema. “È come voler fare l’astronauta e non andare a Cape Canaveral”, ha detto. Ha criticato la proliferazione di scuole di recitazione senza un vero sostegno normativo al settore. Secondo lui, il cinema italiano è troppo influenzato dalla televisione e dalla politica, che impongono volti e contenuti.
Il mestiere dell’attore e i ruoli più intensi
Per Fabio Testi, recitare è un atto d’amore. “Ogni film è un pezzo di vita”, ha detto. Spesso si crea un legame così profondo con il personaggio da sentirne la mancanza alla fine delle riprese. L’attore ha confessato di aver pianto dopo alcuni film. Il ruolo che più lo ha segnato è stato quello in Addio fratello crudele, una tragedia intensa diretta da Peppino Patroni Griffi, con scene difficili e forti implicazioni emotive.
Uno sguardo verso il futuro: un film con gli alieni
Tra i progetti recenti, Fabio Testi ha parlato di un film sugli alieni, presentato in concorso a Berlino. Interpreta un regista coinvolto in una storia in cui gli extraterrestri rappresentano l’unica speranza per l’umanità in un mondo dominato da guerre. Un messaggio di speranza in tempi difficili, che invita a riflettere.