Due giornate di dialogo e ispirazione con ricercatrici italiane e internazionali per affermare il ruolo delle donne nella scienza, promuovere il pensiero critico e celebrare la conoscenza libera
Il 19 e 20 giugno 2025, l’Università degli Studi di Cagliari ospita Women Stand Up for Science, una due giorni interamente dedicata alla promozione del pensiero scientifico indipendente e alla valorizzazione del contributo femminile nella ricerca. L’iniziativa, ospitata nell’Aula Magna del Rettorato, nasce dall’esigenza di riaffermare il valore della scienza libera da condizionamenti e stereotipi, in un momento storico in cui la disinformazione rappresenta una delle principali minacce alla democrazia del sapere.
Al centro dell’evento, ideato da Miriam Melis (Università di Cagliari) e Anna Lisa Muntoni (CNR Istituto di Neuroscienze), si trovano le voci di ricercatrici italiane e internazionali che condividono esperienze personali e traiettorie scientifiche complesse, affrontando questioni che spaziano dalla neurobiologia alla fisica, dalla biomedicina alla filosofia della scienza.
Storie di ricerca, lotta e visione del futuro
L’apertura della manifestazione è affidata alla senatrice a vita Elena Cattaneo, autrice del volume Scienziate. Storie di vita e di ricerca, da cui sono tratte molte delle testimonianze protagoniste dell’incontro. Un testo che diventa anche manifesto culturale: raccontare il lavoro delle scienziate significa proporre modelli positivi, ma anche denunciare le difficoltà strutturali ancora presenti nell’accesso alla carriera scientifica da parte delle donne.
Tra le partecipanti, nomi autorevoli come Micaela Morelli (Fondazione di Sardegna), Alessandra Gentile (Università di Catania), Alessandra Mascaro (Università di Osnabrück), Simona Lodato (Humanitas University), Mariafelicia De Laurentis (Università di Napoli Federico II), Cătălina Oana Curceanu (INFN Frascati) e molte altre. Gli interventi si alternano tra narrazione e riflessione, mettendo in luce non solo i successi accademici, ma anche i percorsi umani, le sfide culturali, le scelte etiche e le responsabilità civili.
Particolarmente significativi sono i momenti di tavola rotonda, moderati da giornalisti scientifici come Marco Motta e Silvano Tagliagambe, in cui si discute del rapporto tra scienza e società, delle implicazioni politiche della comunicazione scientifica e delle strategie per rafforzare la fiducia pubblica nella ricerca.
Università, città e futuro: un dialogo necessario
L’evento si inserisce in una cornice più ampia di iniziative promosse dall’ateneo cagliaritano per rendere la scienza più inclusiva, partecipata e trasparente. La scelta di concentrarsi sulle esperienze femminili nella ricerca risponde a una crescente attenzione verso la parità di genere e la rappresentanza nei luoghi della conoscenza, ancora oggi segnata da divari significativi.
Le due giornate offrono inoltre un’occasione preziosa per riflettere sul ruolo delle istituzioni universitarie come presidi di pensiero critico, capaci di influenzare la cultura pubblica ben oltre le aule accademiche. La presenza di figure come il professor Gian Luigi Gessa e l’alternanza tra approcci scientifici e umanistici evidenziano la natura trasversale del sapere, oggi più che mai fondamentale per affrontare sfide globali come la crisi climatica, le emergenze sanitarie e le disuguaglianze educative.
La manifestazione si conclude con un appello a costruire reti di solidarietà intellettuale, superando le barriere disciplinari e di genere. Il messaggio è chiaro: difendere la scienza significa difendere anche i diritti civili, la libertà di espressione e la capacità collettiva di immaginare un futuro più giusto.