Dalla Web App OPS! di UNICEF emergono stereotipi radicati tra gli adolescenti: l’etichetta “migrante” penalizza i volti non caucasici su onestà, intelligenza, bellezza e ricchezza percepita.
Roma, 18 giugno 2025 – In occasione della Giornata Internazionale contro i discorsi d’odio, l’UNICEF ha presentato una nuova analisi condotta attraverso la Web App OPS! – La tua Opinione oltre ogni Pregiudizio. Lo strumento digitale, attivo dal dicembre 2023, è stato ideato per aiutare giovani e adolescenti a riconoscere i pregiudizi inconsci e a riflettere sugli stereotipi che condizionano le valutazioni sociali.
I dati, raccolti da oltre 39.000 sessioni, offrono uno spaccato chiaro e inquietante: quando un volto è percepito come “migrante”, subisce un drastico calo di valutazioni nei parametri di intelligenza, ricchezza, onestà e bellezza. La Web App OPS!, usata da giovani tra gli 11 e i 24 anni, dimostra quanto l’associazione tra “migrante” e fenotipo subsahariano sia ancora largamente diffusa.
Volti diversi, giudizi impari: il peso dell’etichetta
Secondo i risultati, un volto subsahariano ha una probabilità del 70,2% di essere identificato come “migrante”, contro il 24,6% di un volto caucasico. Ma il divario non si ferma alla percezione:
Un volto con tratti subsahariani, etichettato come “migrante”, viene considerato intelligente solo nel 40% dei casi. Lo stesso volto caucasico raggiunge invece una valutazione positiva nel 68,8% dei casi.
Simile il divario sul piano della ricchezza percepita: solo il 19,3% considera ricco un volto subsahariano, mentre il dato medio per i caucasici sale al 68,9%.
Giovani e pregiudizi: il genere fa la differenza
L’analisi UNICEF evidenzia differenze rilevanti tra i sessi. I ragazzi mostrano i livelli di bias più elevati, con scarti che raggiungono anche gli 8 punti percentuali nelle valutazioni negative verso volti non caucasici.
Le ragazze, seppur più inclusive, non sono immuni da pregiudizi: emergono stereotipi interiorizzati, soprattutto nel giudicare altri volti femminili. Tuttavia, proprio le giovani donne e le persone non binarie sembrano rappresentare una leva positiva nel contrasto alla discriminazione.
Educazione, inclusione e confronto: la risposta dell’UNICEF
“I dati ci offrono uno specchio scomodo ma necessario” – ha dichiarato Nicola Dell’Arciprete, Coordinatore UNICEF in Italia. La Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza impone un impegno concreto per garantire rispetto, dignità ed equità a ogni persona, partendo proprio dai più giovani.
Tra le raccomandazioni principali, l’UNICEF propone di:
– Investire in percorsi educativi mirati ai ragazzi bianchi, che manifestano bias più marcati;
– Decostruire gli stereotipi di genere, che penalizzano le ragazze nei giudizi legati a intelligenza e valore personale;
– Lavorare sui pregiudizi etnici, con attenzione ai tratti sub-sahariani, sud-asiatici ed est-asiatici, spesso marginalizzati.
La campagna OPS! è stata diffusa su tutto il territorio nazionale, coinvolgendo scuole, eventi e campagne social. L’obiettivo è promuovere una società più equa, consapevole e libera da stereotipi.