Stefano, l’app inclusiva che semplifica lo studio per studenti con bisogni educativi speciali e difficoltà linguistiche
L’accesso allo studio non è ancora uguale per tutti. Le barriere linguistiche, cognitive e comunicative rendono difficile il percorso scolastico di molti studenti, soprattutto per chi ha difficoltà di apprendimento, disturbi dell’attenzione, disprassia o proviene da contesti linguistici diversi. È da questa consapevolezza che nasce Stefano, una web-app educativa sviluppata per rispondere ai bisogni di inclusione reale, pensata per accompagnare ogni studente nel suo percorso, semplificando i contenuti e facilitando la comprensione. Il progetto prende vita grazie all’impegno di Emanuele Marchiori e si fonda su un’intelligenza artificiale progettata per offrire uno strumento concreto al servizio della didattica.
Stefano entra in classe con discrezione e potenza, trasformando le lezioni in contenuti più accessibili e vicini alle necessità di chi è spesso escluso. Lo fa senza sostituirsi agli insegnanti, ma rafforzando il loro lavoro con strumenti che semplificano il linguaggio, riformulano i concetti e li traducono in materiali personalizzati, sia in formato testuale che audio. Questa piattaforma rappresenta un vero sostegno per gli studenti con DSA, ADHD, disprassia e per i bambini sordi, grazie all’integrazione di sistemi che adattano i contenuti in base alle difficoltà specifiche. Il motore PaideIA, su cui si basa l’intero progetto, non si limita a rielaborare i contenuti scolastici: impara dalle interazioni, si adatta all’età dello studente e al suo programma, restituendo lezioni comprensibili e coinvolgenti, anche in lingua madre per chi non parla fluentemente l’italiano.
La scuola diventa un luogo per tutti grazie all’AI educativa di Stefano
Il progetto è già attivo in diversi istituti scolastici del Veneto, dove ha dimostrato la sua efficacia sia tra gli studenti che tra i docenti. La sua diffusione gratuita consente anche ai territori con meno risorse di accedere a uno strumento all’avanguardia. Non si tratta di una sperimentazione teorica, ma di un modello già operativo che, pur mantenendo la natura no-profit, punta a estendersi su scala nazionale. Gli sviluppi futuri includono nuove funzioni dedicate agli studenti con discalculia, l’integrazione del Braille e strumenti di comunicazione assistita, tra cui il puntamento oculare e la sintesi vocale in tempo reale.
Il punto di forza di Stefano risiede nella sua capacità di restituire dignità e autonomia agli studenti, intervenendo sulle reali difficoltà senza forzare standard unici. Il progetto valorizza la diversità come risorsa, trasformando il linguaggio scolastico in un codice accessibile, privo di tecnicismi inutili, e pensato per chi apprende in modo differente. In questo modo, l’apprendimento torna a essere un diritto e non un privilegio, restituendo protagonismo anche a chi, fino a ieri, restava ai margini del gruppo classe.