Il caldo estivo può peggiorare i disturbi respiratori del sonno: esperti riuniti al Campus Bio-Medico di Roma per un confronto internazionale, un problema sottovalutato
Le apnee notturne sono una delle condizioni più diffuse e spesso ignorate tra i disturbi respiratori. Secondo i dati condivisi durante il V Corso internazionale sui disturbi respiratori del sonno, organizzato dall’Università Campus Bio-Medico di Roma, questo problema coinvolge fino a un adulto su due. Nonostante la diffusione, la diagnosi resta limitata: in Italia si stima che solo circa 500mila persone abbiano ricevuto un riconoscimento clinico, su una popolazione potenzialmente molto più ampia.
Le apnee ostruttive del sonno (OSAS) si manifestano con interruzioni involontarie della respirazione durante il sonno, spesso accompagnate da russamento e risvegli improvvisi. Le conseguenze non sono solo legate al riposo notturno: nel lungo periodo aumentano il rischio di ipertensione, diabete, obesità e malattie cardiovascolari. Eppure, la sintomatologia viene spesso confusa con stanchezza generica o stress.
Estate e disturbi del sonno: un binomio critico
Con l’arrivo dell’estate, le apnee notturne possono diventare ancora più difficili da gestire. Caldo, umidità, sudorazione e disidratazione contribuiscono a peggiorare la qualità del sonno e a favorire le crisi respiratorie. Le alte temperature interferiscono con la termoregolazione e aumentano la frammentazione del sonno, già compromesso nei pazienti affetti da OSAS. Inoltre, una ridotta idratazione può aumentare la viscosità delle secrezioni respiratorie, aggravando l’ostruzione delle vie aeree.
Il corso tenutosi al Campus Bio-Medico ha coinvolto esperti internazionali impegnati nello studio delle strategie di prevenzione, diagnosi precoce e trattamento. L’incontro ha evidenziato come sia fondamentale promuovere una maggiore consapevolezza pubblica e rafforzare la rete tra medici di famiglia, pneumologi e centri del sonno.
Diagnosi precoce e trattamenti efficaci
Se intercettate per tempo, le apnee notturne possono essere gestite efficacemente. Oltre ai trattamenti con dispositivi CPAP (che mantengono le vie aeree aperte durante il sonno), si studiano sempre più soluzioni personalizzate, dalla riabilitazione respiratoria alla modifica dello stile di vita. Dimagrimento, attività fisica e regolarità del ritmo sonno-veglia possono contribuire a migliorare i sintomi.
Il Campus Bio-Medico sottolinea anche l’importanza della ricerca clinica per sviluppare strumenti diagnostici meno invasivi e più accessibili. Un recente filone di studi si concentra sull’utilizzo di biosensori indossabili e sull’intelligenza artificiale per analizzare i dati del sonno in modo più preciso. In questo contesto, la formazione medica continua rappresenta un pilastro essenziale per garantire diagnosi più rapide ed efficaci.
Con l’aumento delle temperature e la tendenza alla cronicizzazione dei disturbi respiratori, l’informazione sanitaria diventa uno strumento chiave. Solo conoscendo meglio le apnee del sonno e i loro rischi si può agire in tempo e proteggere la salute nel lungo periodo.