Il corto di Giulia Camba al Figari Fest, poi in Bulgaria per IN THE PALACE; Oplà racconta un’estate, una bambina, un ragno: il viaggio di Nina
Un risveglio notturno, un gesto inconsapevole, una superstizione paterna. È da qui che parte “Oplà”, il cortometraggio firmato da Giulia Camba, pronto a vivere un’estate da protagonista tra i festival cinematografici internazionali. Dopo la première mondiale a Parigi, al Festival Europe autour de l’Europe, il film sarà in concorso al Figari International Short Film Fest il 17 giugno 2025. A fine mese volerà in Bulgaria per l’anteprima internazionale al IN THE PALACE International Short Film Festival, evento qualificante per gli Oscar.
Prodotto da Ginko Film in associazione con La Bandita, “Oplà” è un racconto breve e poetico che affronta il tema dell’elaborazione emotiva infantile attraverso lo sguardo magico e vulnerabile della piccola Nina. La bambina, interpretata da una intensa Ariele Arosio, sperimenta nel corso di una gita al mare con la madre e altri bambini una trasformazione interiore profonda. Il tutto si svolge tra paesaggi sardi sospesi e simbolici, in particolare nella cornice naturale e immaginifica di Piscinas, luogo che la regista definisce “metafisico, di metamorfosi”.
Il pensiero magico dell’infanzia e la leggerezza della memoria
Oplà non è solo una storia di crescita. È anche un’esplorazione sensoriale di ciò che sfugge alla logica e si annida nel cuore. Camba struttura il film come un flusso onirico, dove la realtà si piega alla percezione di Nina, dove il dolore e la paura prendono forma attraverso simboli, presagi e piccoli eventi quotidiani. L’infanzia, con il suo pensiero magico, diventa così lo strumento attraverso cui interpretare emozioni difficili, come la perdita e l’incomprensione.
La regia, delicata e precisa, si muove tra luci dorate e ombre interiori. Il merito è anche del lavoro di squadra: la fotografia di Francesco Piras dona intensità e poesia alle inquadrature, mentre le musiche firmate da Gavino Murgia e Giulia Tagliavia sottolineano ogni passaggio emotivo con misura e profondità. Nel cast anche Valentina Puddu (madre di Nina), performer e danzatrice capace di trasmettere intensità corporea, e Andrea Petrillo (padre di Nina), presenza silenziosa e determinante nel racconto.
Una produzione sarda che parla universale
Girato in Sardegna, con il sostegno della Regione Autonoma della Sardegna, della Fondazione di Sardegna e della Sardegna Film Commission, il cortometraggio rivela anche la maturità crescente del cinema isolano, capace di raccontare il locale per toccare l’universale. Il team creativo coinvolge anche Michela Anedda (co-autrice del soggetto), Serena Trevisi Marceddu e Loïc Francois Hamelin alla scenografia, Marta Romano ai costumi con la supervisione di Stefania Grilli, e il montaggio di Matteo Manunta, guidato da Fabio Bobbio.
Il film si distingue per la sua essenzialità visiva e per una narrazione che invita lo spettatore a sentire più che comprendere. “Oplà” non offre risposte, ma mette in scena quella confusione luminosa che tutti abbiamo attraversato da bambini, quando il mondo sembrava gigantesco e misterioso.
Il viaggio di Oplà continua: Andaras Film Festival in vista
Dopo Figari e IN THE PALACE, “Oplà” non si ferma: è già atteso a luglio all’Andaras Film Festival, dove proseguirà il suo percorso tra le dune del cinema d’autore. Un cammino che conferma come anche le piccole storie intime, quando raccontate con cura, possano trovare risonanza nei cuori e nei circuiti internazionali.
“Oplà” è un invito a ritrovare la leggerezza della memoria, quella che non cancella, ma trasforma. Con questo corto, Giulia Camba firma un’opera sensibile e intensa, che parla di perdita con la delicatezza di una carezza, e con la forza silenziosa del mare al mattino.