Il film del regista sassarese porta sul grande schermo la storia di un pastore errante, simbolo universale di resistenza e conflitto, tra le terre del Mediterraneo e del Medio Oriente, tra Sardegna e Palestina
Un documentario unico racconta un viaggio tra Sardegna e Palestina. Al centro c’è un personaggio immaginario: Abele, il pastore errante. Lui è l’incarnazione del conflitto e della resistenza. Il film segue il percorso di questo pastore che vive tra terre difficili, simbolo di lotta e sopravvivenza.
Il regista sassarese ha presentato l’anteprima a IsReal di Nuoro, dove il pubblico ha potuto scoprire questa storia intensa. Ora il documentario arriva al Cinema Massimo di Torino, portando un messaggio universale.
La pellicola esplora il rapporto tra l’uomo e la natura. I pastori solitari dell’entroterra sardo e quelli del Medio Oriente si trovano uniti da un destino simile. Entrambi affrontano cambiamenti profondi e sfide quotidiane.
Attraverso immagini suggestive e narrazione potente, il documentario mette in luce le difficoltà e le speranze di queste comunità. Il pastore errante diventa simbolo di una resistenza antica, capace di attraversare epoche e continenti.
Il Mediterraneo e il Medio Oriente diventano scenari paralleli. Da una parte, le montagne e i pascoli della Sardegna. Dall’altra, i territori palestinesi. In entrambi i luoghi, la vita del pastore si intreccia con storie di sopravvivenza e conflitti.
Il film invita a riflettere sulla forza dell’uomo che, nonostante tutto, continua a camminare e a resistere. Il pastore è metafora della condizione umana, sempre in bilico tra speranza e difficoltà.
Il pubblico del Cinema Massimo potrà vivere questa esperienza emozionante. La proiezione è un’occasione per conoscere culture diverse e trovare punti in comune.
Il documentario è un viaggio visivo e narrativo che unisce due mondi lontani. Racconta una storia di lotta, natura e umanità.