Allarme scabbia in Italia: in aumento del 750%

Dopo il Covid, l’impennata di casi di scabbia in Italia e in Europa preoccupa gli esperti: i giovani e gli anziani le fasce più colpite. Tra le cause: lockdown, turismo, sovraffollamento e resistenza ai farmaci tradizionali.

La scabbia, malattia della pelle spesso considerata superata nei Paesi sviluppati, sta invece vivendo un ritorno preoccupante. Tra il 2020 e il 2023, l’Italia ha registrato un aumento dei casi fino al +750%, in particolare nelle regioni Emilia Romagna e Lazio. La Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse (Sidemast) lancia l’allarme in vista del Congresso nazionale a Roma (18-21 giugno), invitando alla massima attenzione.

Cos’è la scabbia e come si trasmette

La scabbia è causata dall’acaro Sarcoptes scabiei, che scava cunicoli nella pelle per deporre le uova. I sintomi principali sono prurito intenso, soprattutto notturno, e piccole papule cutanee, localizzate su mani, piedi, genitali, ma anche polsi e spazi tra le dita. Aree come RSA, ospedali, scuole e famiglie numerose risultano particolarmente colpite.

Secondo uno studio pubblicato su Sexually Transmitted Infections, Bologna è una delle città più colpite, mentre nel Lazio il fenomeno è stato definito una “minaccia emergente per la salute pubblica” (Infectious Diseases of Poverty, 2024).

Le cause dell’aumento: dal lockdown alla resistenza farmacologica

L’aumento è legato a molteplici fattori: sovraffollamento durante i lockdown, turismo di massa, scarsa igiene in contesti collettivi come campeggi e ostelli, e soprattutto un elemento allarmante: la resistenza ai farmaci.

Fino a pochi anni fa, la permetrina era il trattamento di riferimento. Oggi, però, si osservano numerosi fallimenti terapeutici. “Alcuni acari sembrano sviluppare una resistenza genetica alla permetrina”, spiega la dermatologa Michela Magnano (Sidemast). “In molti casi, i trattamenti alternativi come il benzoato di benzile risultano efficaci, a conferma che si tratta di vera resistenza farmacologica“.

Le fasce più colpite e cosa fare

Le categorie più vulnerabili sono i bambini e adolescenti (5-18 anni) e gli anziani nelle strutture assistenziali. A rischio anche le persone fragili socialmente: senzatetto, migranti, individui che vivono in ambienti sovraffollati o con scarsa igiene.

Gli esperti consigliano di:

consultare il medico in caso di prurito persistente, soprattutto notturno;

evitare l’autodiagnosi: può ritardare la cura e favorire la diffusione;

trattare tutti i contatti stretti, anche asintomatici;

lavare a 60°C o più indumenti, biancheria e asciugamani.

La scabbia non è solo una malattia del passato: oggi rappresenta una nuova sfida sanitaria, alimentata da contesti sociali fragili, cambiamenti post-pandemici e resistenze terapeutiche. Intervenire in modo tempestivo, migliorare l’informazione e adottare strategie condivise resta l’unica via per contenere un fenomeno che rischia di diventare sistemico.

About Giovanni Ruggiu

Studente di Comunicazione, appassionato di produzione multimediale nei settori televisivo, radiofonico e cinematografico.

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