Sardegna in ritardo sulla transizione energetica

All’Università di Cagliari il summit con esperti ed ex ministri: focus sulle criticità e opportunità dell’isola nella sfida della transizione energetica, per l’isola che cerca il cambiamento

La Sardegna resta in ritardo nei percorsi verso una transizione energetica concreta e sostenibile. È quanto emerso dal summit ospitato dall’Università di Cagliari, dove accademici, ricercatori e rappresentanti istituzionali si sono confrontati sullo stato dell’arte delle politiche ambientali. Tra gli interventi più rilevanti, quello dell’ex ministro delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini, oggi direttore scientifico dell’ASviS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile. Il quadro tracciato per l’isola è chiaro: mancano infrastrutture moderne, sistemi di accumulo per l’energia rinnovabile e una governance regionale in grado di guidare con decisione i processi di cambiamento.

Nel dibattito si è sottolineato come la Sardegna, pur vantando ampie potenzialità nel settore delle energie rinnovabili, sia ancora frenata da criticità strutturali. Ritardi nella pianificazione, nell’integrazione delle reti e nella distribuzione dell’energia frenano lo sviluppo locale e nazionale. Eppure, l’urgenza è alta: nel Mediterraneo gli effetti del cambiamento climatico si fanno sempre più evidenti e la Sardegna, per posizione e caratteristiche, è particolarmente vulnerabile.

Energie rinnovabili, una potenzialità non ancora espressa

Con oltre il 300% in più di potenza solare rispetto ad alcune regioni del Nord Europa, la Sardegna avrebbe le condizioni ideali per diventare un modello di sostenibilità ambientale. Eppure, secondo i dati ASviS, solo una piccola parte del potenziale fotovoltaico e dell’energia eolica viene oggi sfruttata. Anche la produzione da biomasse e idrogeno verde risulta ancora marginale. Uno scenario che stride con gli obiettivi fissati dall’Unione Europea e dall’Agenda 2030.

La mancanza di investimenti strutturali e il rallentamento dei progetti infrastrutturali – come i collegamenti tra la Sardegna e la penisola – rappresentano un freno significativo. La transizione verso un modello energetico sostenibile richiede anche un cambiamento culturale, con una maggiore sensibilità ambientale e una forte partecipazione delle comunità locali. In questo senso, l’Università di Cagliari può giocare un ruolo di primo piano nella formazione delle competenze green e nella promozione della ricerca applicata.

Un’opportunità per il futuro dell’isola

Nonostante le criticità, i relatori del summit hanno evidenziato anche il potenziale trasformativo della transizione ecologica per l’economia sarda. Investire nella decarbonizzazione, nelle infrastrutture verdi e nella gestione intelligente delle risorse potrebbe generare occupazione qualificata e innovazione. I territori più fragili, come le aree interne e i piccoli comuni, potrebbero beneficiare di un rilancio sostenibile fondato su energie pulite, agricoltura rigenerativa e turismo responsabile.

L’impegno delle università, delle imprese e delle amministrazioni locali sarà fondamentale per superare le disuguaglianze territoriali e portare la Sardegna al passo con le altre regioni europee. Ma è necessaria una regia unitaria, in grado di coordinare progetti, risorse e strategie con visione di lungo periodo.

About Arianna Basciu

Studentessa di Scienze della Comunicazione con un background in Marketing Turistico Multimediale e Turismo Sostenibile. Ha esperienza come speaker radiofonica e nel mondo teatrale. Appassionata di radio, teatro, cinema, serie TV e musica, ama raccontare storie attraverso diverse forme di comunicazione. Contatti: arianna.basciu86@gmail.com

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