Secondo i dati del 2024, il rischio di povertà o esclusione sociale per i bambini sotto i sei anni continua a crescere, colpendo milioni di famiglie italiane e ponendo nuove sfide a istituzioni e società civile.
In Italia, nel 2024, il rischio di povertà o esclusione sociale per i minori continua a crescere, con particolare gravità per la fascia d’età tra 0 e 6 anni. I dati più recenti dell’ISTAT e dell’Eurostat mostrano come quasi un bambino su tre viva in famiglie che affrontano difficoltà economiche rilevanti, con gravi ripercussioni sul loro sviluppo psicologico, fisico ed educativo.
Il fenomeno non è uniforme su tutto il territorio nazionale: le regioni del Sud, come Calabria, Sicilia e Campania, presentano i livelli più alti di disagio infantile. Tuttavia, anche nelle aree urbane del Nord, come Milano e Torino, si riscontrano sacche di povertà educativa e materiale che colpiscono soprattutto famiglie monoparentali, migranti o con genitori precari.
Povertà minorile in crescita: numeri che preoccupano
Nel 2024, oltre il 29% dei bambini italiani sotto i sei anni è a rischio di esclusione sociale. Questo significa che questi minori vivono in famiglie con un reddito inferiore al 60% della mediana nazionale, con una qualità abitativa inadeguata o con accesso limitato a beni e servizi fondamentali. Il rischio non riguarda solo l’aspetto economico, ma si estende anche alla povertà educativa, che limita le opportunità di apprendimento e sviluppo.
Le cause del fenomeno
Tra le principali cause dell’aumento del rischio povertà vi sono:
- Disoccupazione e precarietà lavorativa dei genitori
- Costo della vita in aumento, soprattutto per servizi essenziali come sanità, asili nido e trasporti
- Insufficiente sostegno pubblico alle famiglie, in particolare a quelle con figli piccoli
- Disparità territoriali nell’accesso ai servizi per l’infanzia
Le conseguenze per il futuro dei bambini
La povertà nei primi anni di vita ha effetti profondi e duraturi. I bambini che crescono in ambienti deprivati hanno maggiori probabilità di sviluppare problemi cognitivi, emotivi e scolastici. L’accesso limitato a una nutrizione adeguata, cure mediche e stimoli culturali può compromettere il loro futuro, creando un circolo vizioso difficile da spezzare.
Le soluzioni possibili
Affrontare questa emergenza richiede interventi strutturali e mirati. Tra le proposte principali:
- Estensione dei sussidi alle famiglie con figli, come l’Assegno Unico
- Potenziamento degli asili nido pubblici e accessibili, specialmente nelle zone svantaggiate
- Incentivi per il lavoro femminile e per i genitori single
- Maggiore coordinamento tra Comuni, Regioni e Stato per una rete di protezione sociale efficace