
Con base a Cagliari, l’associazione Malik anima territori spesso dimenticati come la Barbagia, il Gerrei e il quartiere Sant’Elia, portando il volontariato come chiave di accesso a opportunità internazionali, educazione e crescita collettiva.
Nel cuore della Sardegna, dove le montagne si intrecciano con la storia e i piccoli centri combattono lo spopolamento, l’associazione Malik Cagliari ETS costruiva ogni giorno una rete di relazioni, scambi ed esperienze per i giovani. Nata nel 2004 grazie all’iniziativa di Valeria Sanna, socia fondatrice e vicepresidente, Malik trovava le sue radici in un’esperienza vissuta in Kenya, dove durante un progetto di cooperazione internazionale, Valeria incontrava un ragazzo brillante di nome Malik. Il giovane sognava di venire in Europa, ma la sua vita si spezzava tragicamente in un incidente prima che il progetto si concludesse. A quel sogno interrotto, Valeria e i suoi compagni di viaggio dedicavano l’associazione, affidando al logo – realizzato dal grafico Stefano Esili – il compito di far “volare” idealmente Malik fino in Europa.
Il lavoro dell’associazione non si limitava alla città metropolitana di Cagliari, ma si estendeva nelle aree interne della regione: territori come la Barbagia, Barbagia di Seulo, il Gerrei e anche quartieri popolari come San Michele o Smerrionis. In questi luoghi, Malik portava avanti progetti pensati per i giovani con minori opportunità, mirando a combattere la povertà educativa attraverso iniziative come Schillellè e Pronti per il mondo, sviluppate tra il 2017 e il 2023. In questi percorsi, l’associazione collaborava anche con istituzioni come il Centro di Giustizia Minorile di Quartucciu, con cui firmava un protocollo nel 2016, contribuendo a offrire occasioni di crescita a ragazzi provenienti da contesti difficili. Maggiori informazioni sulle attività sono disponibili sul sito dell’Associazione Malik e sulla pagina del Comune di Cagliari dedicata al volontariato.
Mobilità, europa e territori dimenticati: sportello in spalla e il sogno Erasmus
Dal 2006, l’associazione Malik portava avanti “Sportello in spalla”, un progetto itinerante che faceva tappa nei piccoli comuni e nelle aree rurali per far conoscere ai giovani le possibilità offerte dal programma Erasmus Plus. L’iniziativa si rivolgeva a ragazze e ragazzi tra i 14 e i 35 anni, senza distinzione tra studenti, disoccupati o lavoratori, offrendo supporto per la compilazione di curriculum, lettere motivazionali e per la scelta dei partner internazionali. I partecipanti ricevevano crediti formativi riconosciuti anche da scuole e università, aprendo un varco reale tra le zone marginali della Sardegna e l’Europa.
Oltre a Erasmus Plus, Malik curava progetti come il Corpo Europeo di Solidarietà, che coinvolgeva volontari internazionali in attività a Gavoi e Ovodda, e Erasmus per Giovani Imprenditori, pensato per stimolare il protagonismo economico dei giovani. In ogni tappa, Sportello in spalla mostrava che le opportunità non conoscevano confini, purché ci fosse chi le portasse là dove di solito non arrivano. Sul portale europeo del Corpo di Solidarietà si possono esplorare molte delle azioni a cui Malik contribuiva.
Una rete umana che cresce: famiglia Malik, tra Europa e Sardegna
L’associazione Malik si muoveva come una famiglia allargata, una comunità fluida ma coesa, in cui il lavoro quotidiano si intrecciava con la dimensione personale. La squadra includeva figure centrali come Vincenzo Cuguzzi, presidente, Laura Pizzu, socia fondatrice, e professioniste come Claudia Sedda, con una solida esperienza nei progetti europei. A loro si univano collaboratori internazionali come Julita Poppa, volontaria moldava arrivata in Sardegna per un progetto e rimasta per lavorare fianco a fianco con l’équipe. Il lavoro si sviluppava in un clima di confronto continuo, con incontri interni, ritiri annuali e momenti dedicati al rafforzamento della rete.
Anche la comunicazione aveva un ruolo chiave: Alessandra Caddeo, responsabile della segreteria e dell’ufficio stampa, curava il contatto con l’esterno e la narrazione dei progetti. Ogni nuovo ingresso veniva accompagnato da un processo di integrazione, che rafforzava il senso di appartenenza e incoraggiava la partecipazione attiva. Il sito ufficiale dell’Associazione Malik racconta volti e storie del gruppo, diventato negli anni un crocevia di culture, competenze e affinità.
Oltre le sale: il cinema incontra i paesi e li ascolta
Un’iniziativa distintiva dell’associazione Malik si chiamava “Il cinema incontra le piccole comunità”, un progetto di animazione territoriale che riportava il grande schermo nei luoghi dove era scomparso. Le proiezioni si svolgevano in sale parrocchiali, ex scuole o spazi abbandonati, trasformati in teatri di comunità. Il tema scelto per quest’anno era il pastoralismo, con la partecipazione dell’ISRE di Nuoro e il sostegno dell’Unione dei Comuni della Barbagia e della Regione Sardegna.
I film selezionati venivano accompagnati da incontri con registi, attori e, soprattutto, pastori e donne pastore locali, protagonisti silenziosi della storia sarda. Il cinema diventava così ponte tra generazioni e identità, spazio di dialogo tra chi produce cultura e chi la custodisce nel quotidiano. Ogni evento contribuiva a rafforzare il senso di appartenenza, unendo narrazione e ascolto in un’esperienza che rivelava il potenziale del volontariato culturale come strumento di coesione e rinascita.