A 50 anni dalla scomparsa di Emilio Lussu, un emozionante spettacolo tra musica e parole celebra l’eredità del fondatore del Partito Sardo d’Azione.
Un anno sull’Altipiano: il Consiglio regionale celebra Lussu con musica e memoria
Un omaggio potente, vibrante e sentito per ricordare Emilio Lussu, fondatore del Partito Sardo d’Azione e figura chiave della storia sarda e italiana. A 50 anni dalla sua scomparsa, il Consiglio regionale della Sardegna ha ospitato questa mattina lo spettacolo “Un anno sull’Altipiano. In guerra qualche volta abbiamo anche cantato”.
L’evento, tenuto nella sala del Consiglio, ha unito parole e musica in un reading musicale originale e coinvolgente.
Protagonisti: Pietro Lussu, Felice Montervino e Paolo Fresu
Lo spettacolo è stato scritto e interpretato da Pietro Lussu, pianista e nipote dello stesso Emilio. Accanto a lui Felice Montervino, come voce narrante, e la partecipazione straordinaria del trombettista Paolo Fresu, simbolo della musica sarda nel mondo.
Un incontro artistico che ha dato nuova vita ai testi di Lussu, unendo letteratura, storia e musica.
Un evento con il sostegno delle istituzioni
La produzione è stata realizzata da Insulæ Lab – Centro di Produzione Musica, con il patrocinio del Consiglio regionale, il sostegno del Ministero della Cultura, della Regione Autonoma della Sardegna e della Fondazione di Sardegna.
Tra il pubblico, numerosi giovani delle scuole civiche di musica di Iglesias, Monserrato, Sarrabus, Nuoro, Sestu e Cagliari, dell’Ente musicale di Nuoro e dell’Università della Terza Età di Sestu.
Comandini: “Ricordare Lussu è doveroso”
«È un onore per il Consiglio regionale ospitare uno spettacolo così importante», ha dichiarato Piero Comandini, presidente dell’assemblea. «Ricordare Emilio Lussu, padre dell’autonomia sarda, è un segnale di attenzione verso l’arte e le associazioni culturali che, tra mille difficoltà, continuano a lavorare».
Fresu: “La musica non cambia la storia, ma la può portare lontano”
Commovente l’intervento di Paolo Fresu, che ha ricordato la potenza simbolica dell’evento: «Nessuno aveva ancora pensato di chiedere a Pietro Lussu di lavorare sull’opera del nonno. Lo spettacolo è nato in modo spontaneo, eppure necessario».
«La musica – ha aggiunto Fresu – non cambia la storia, ma può portarla in luoghi nuovi. Luoghi in cui gridare il nostro no alla guerra e no al fascismo, senza compromessi».