Il docufilm sardo di Roberto Pili conquista il premio per il miglior montaggio al Coliffe di Roma, celebrando l’arte urbana come strumento di rinascita e cura interiore.
Il cinema sardo si fa internazionale grazie al riconoscimento ottenuto da Profondo nero, docufilm del regista Roberto Pili, premiato per miglior montaggio al Coliseum International Film Festival di Roma. La cerimonia di premiazione si è svolta all’Auditorium Cinema Seraphicum davanti a oltre 500 spettatori. A ritirare il premio è stato il produttore Francesco Pili, mentre il riconoscimento è stato consegnato dall’attrice Chiara Sani e dalla sceneggiatrice Cristiana Bini.
Il docufilm racconta la storia intensa e profonda di Davide Lai, writer sardo noto con il nome d’arte Nero, e del suo percorso di guarigione attraverso l’arte urbana. Profondo nero esplora le connessioni tra creatività e salute mentale, mostrando come l’espressione artistica possa diventare un mezzo efficace per affrontare ferite interiori e traumi. Un messaggio potente e attuale che il regista sardo ha saputo tradurre in immagini capaci di emozionare e far riflettere.
Impreziosisce il progetto la colonna sonora originale firmata dal DJ Ice One, con testi scritti da Danno, storico componente del gruppo Colle Der Fomento. Il brano ha ispirato anche un videoclip che ha ricevuto un riconoscimento al festival Ilcorto.it, confermando l’efficacia del linguaggio audiovisivo nel veicolare contenuti artistici e sociali.
Il Coliffe 2025 ha selezionato 415 opere su un totale di 2085 provenienti da 81 paesi. Tra i premiati anche noti artisti italiani e internazionali come Stefano Fresi, Marco D’Amore e Lea Mornar. Il festival, organizzato da Aps Pianeta Empatia, è giunto alla sua quarta edizione sotto la direzione artistica di Micol Pallucca.
Con Profondo nero, Roberto Pili consolida la sua presenza nel panorama del cinema sociale e indipendente, portando in primo piano storie autentiche e toccanti. Il suo lavoro conferma l’impegno del cinema sardo nel raccontare le sfide contemporanee attraverso una prospettiva originale e profondamente umana. Un riconoscimento che va oltre la tecnica per celebrare la forza trasformativa dell’arte.