Fragile… maneggiare con cura, al teatro delle Saline

Un viaggio teatrale tra delicatezza e determinazione, dove il corpo diventa simbolo di un’esistenza in pericolo e la fragilità prende forma scenica come atto di resistenza, sopravvivenza e umanità. In scena “Fragile… maneggiare con cura”.

Nel cartellone del 1 €uro Festival 2025, che anima il Teatro delle Saline di Cagliari dal 5 maggio al 6 giugno, spicca lo spettacolo “Fragile…maneggiare con cura” firmato da Susanna Mameli per la compagnia Anfiteatro Sud. In scena giovedì 8 e martedì 9 maggio alle 21.00, l’opera teatrale mette al centro il concetto di fragilità come lente per leggere l’esistenza. Un’ora prima, alle 20.30, il pubblico viene introdotto al clima del festival con “Viaggio in Italia” tratto da Goethe, un preludio teatrale con Angelo Trofa che rafforza il filo conduttore di ogni serata.

La protagonista Maria, interpretata da Marta Proietti Orzella con Francesco Civile, è una figura che perde pezzi lungo la strada, frammenti che diventano simboli di vulnerabilità. È fragile non perché si spezza, ma perché continua a camminare nonostante tutto. Si espone, cade, ma avanza. Questa marcia per la vita, poetica e aspra, disegna un paesaggio emozionale dove il corpo è parola e le emozioni diventano suono, anche grazie al lavoro puntuale di Ivano Cugia a luci e audio.

Un festival che parla alle nuove generazioni con nuove estetiche

Lo spettacolo si inserisce all’interno di una rassegna storica per la città: il 1 €uro Festival, nato nel 1999 come “Teatro a Mille Lire” per avvicinare i giovani al teatro, si è consolidato nel tempo come un presidio culturale aperto alla sperimentazione. Qui la drammaturgia contemporanea, la ricerca estetica e la contaminazione con altre arti offrono un laboratorio vivace di nuove visioni teatrali. Il festival, organizzato da Akroama, continua a proporre un’offerta accessibile e di qualità con spettacoli capaci di scuotere e coinvolgere.

“Fragile…maneggiare con cura” si impone come un esempio alto di questo intento: racconta la debolezza non come difetto, ma come strumento di conoscenza. La fragilità della protagonista diventa così un atto di coraggio, una scelta consapevole di mettersi in gioco senza difese. Il teatro, ancora una volta, diventa il luogo dove si può nominare la paura senza subirla, e dove le crepe delle persone si trasformano in fenditure da cui entra la luce.

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