Nel 2024 l’Italia è il Paese con più vittime legate all’amianto. Una crisi sanitaria ancora attuale, tra bonifiche incomplete e assenza di un bando definitivo.
L’amianto in Italia continua a uccidere. Secondo i dati diffusi dall’Osservatorio Nazionale Amianto (Ona), nel 2024 si sono registrati 7.000 decessi, un numero che conferma l’Italia come il Paese più colpito in Europa. Nonostante l’uso dell’asbesto sia stato in parte limitato, le sue conseguenze si fanno ancora sentire in modo drammatico sulla salute pubblica.
Una minaccia invisibile che non smette di colpire
Il picco di mortalità è dovuto all’esposizione passata a materiali contenenti amianto, ancora presenti in molti edifici pubblici e privati, scuole comprese. Il lungo periodo di latenza delle malattie correlate, come il mesotelioma e l’asbestosi, rende questa emergenza particolarmente insidiosa. I casi di tumore da esposizione si manifestano anche decenni dopo il contatto con la sostanza.
L’Italia ha messo al bando l’amianto nel 1992, ma la bonifica è ancora lontana dall’essere completata. Secondo i dati Ona, sul territorio nazionale restano migliaia di siti contaminati. In molte aree mancano i fondi e i piani di intervento sono fermi o insufficienti.
La richiesta di un bando globale e fondi per le vittime
Le associazioni chiedono da anni un bando totale dell’amianto, l’aggiornamento dei registri tumori e la creazione di un fondo permanente per sostenere le vittime e i familiari. L’assenza di misure coordinate a livello nazionale aggrava la crisi e impedisce un’efficace prevenzione.
Anche a livello europeo si moltiplicano gli appelli per rendere l’ambiente libero da amianto entro il 2032. Tuttavia, l’Italia sembra ancora in ritardo. La presenza in edifici scolastici e ospedali rappresenta un pericolo concreto per studenti e lavoratori.
Una battaglia ancora lunga
Per fermare l’impatto dell’amianto in Italia, servono interventi concreti. Tra questi, fondi per le bonifiche, controlli più severi, aggiornamenti nei registri sanitari e una vera campagna di sensibilizzazione pubblica. Solo con un impegno serio sarà possibile uscire da una delle emergenze sanitarie più silenziose ma letali del nostro tempo.