Wi-Fi ed IA: vedere attraverso i muri è ora possibile

Una nuova tecnologia sviluppata alla Carnegie Mellon University trasforma i router Wi-Fi in strumenti di sorveglianza capaci di vedere oltre le pareti

Nel cuore del Dipartimento di Informatica della Carnegie Mellon University, un gruppo di ricercatori sperimenta una tecnologia capace di trasformare comuni router Wi-Fi in dispositivi capaci di “vedere” attraverso i muri. L’algoritmo, basato sull’intelligenza artificiale, sfrutta la riflessione dei segnali Wi-Fi sulle superfici del corpo umano per ricostruire movimenti e posizioni nello spazio in tempo reale. Questo processo si fonda su DensePose, un sistema sviluppato per mappare ogni pixel del corpo umano a partire da immagini 2D, ora applicato alle onde radio. Le implicazioni di questa scoperta sono profonde: la tecnologia promette di rivoluzionare settori come la videosorveglianza, il monitoraggio domestico e la sicurezza in ambito sanitario. Senza necessità di telecamere o sensori a contatto, il sistema può “sentire” una persona che si muove dietro una parete o in una stanza adiacente. Il team della Carnegie Mellon sottolinea come il sistema sia pensato per garantire il rispetto della dignità e della sicurezza delle persone, pur riconoscendo la necessità urgente di sviluppare linee guida etiche condivise. Maggiori dettagli sul progetto si trovano nella pagina ufficiale della Carnegie Mellon.

Etica e sorveglianza, tra sicurezza e controllo

Se da un lato l’uso del Wi-Fi per il monitoraggio non invasivo può migliorare la qualità della vita di persone fragili, come gli anziani o i disabili, dall’altro solleva interrogativi significativi. L’assenza di dispositivi visibili può ridurre l’ansia da sorveglianza, ma anche facilitare abusi da parte di enti o individui non autorizzati. Le implicazioni per la privacy sono infatti considerevoli: chi garantisce che questi sistemi non vengano impiegati per spiare cittadini inconsapevoli? In questo senso, l’intervento delle autorità di regolamentazione diventa imprescindibile. Organizzazioni per i diritti digitali come la Electronic Frontier Foundation richiedono già una riflessione approfondita su come tecnologie simili possano essere regolamentate. La combinazione tra IA e Wi-Fi potrebbe ridefinire completamente i confini tra spazio pubblico e privato.

La Sardegna come laboratorio per un uso etico

In Sardegna, regione che investe in innovazione tecnologica, potrebbe trovare terreno fertile per una sperimentazione. Il territorio sardo potrebbe sviluppare un protocollo di utilizzo orientato alla tutela dei cittadini e alla valorizzazione della tecnologia per fini socialmente utili. Progetti pilota in piccoli comuni, in collaborazione con enti locali e strutture sanitarie, potrebbero dimostrare l’efficacia di sistemi di sorveglianza non invasiva per il monitoraggio remoto di persone fragili, nel rispetto delle normative europee. Il Comune di Cagliari, ad esempio, potrebbe valutare iniziative per integrare queste tecnologie in contesti di smart city, con un occhio critico alle possibili derive legate alla sorveglianza sistematica e non consensuale.

About Damiano Zoppi

Studente laureando in Beni Culturali e Spettacolo. Frequento assiduamente corsi di teatro e workshop. Mi occupo di cinema, specialmente di film con studio approfondito del personaggio, di teatro contemporaneo, di musica, e nel tempo libero realizzo doppiaggi e cover a livello amatoriale.

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